Nato a Roma intorno al 1107 da Egidio, dei conti di Tuscolo, all'età di cinque anni entrò come puer oblatus nell'abbazia di Montecassino, dove rimase per tutto il resto della sua vita, a parte un intervallo di tre anni trascorsi in esilio ad Atina. Nel 1131, non ancora venticinquenne, fu posto a capo dell’archivio e della biblioteca dell’abbazia, e si dedicò per almeno un altro trentennio ad una notevole e complessa attività letteraria, purtroppo spesso viziata da una fervida e sovrabbondante fantasia.
Pietro fu autore di trattati esegetici sulla Sacra Scrittura e sulla Regola di s. Benedetto, attingendo abbondantemente alle fonti letterarie della ricca biblioteca di cui era responsabile. Le due opere fondamentali che testimoniano la dimestichezza di Pietro con le fonti documentarie cassinesi sono: 1) la continuazione della Chronica monasterii Casinensis di Leone Ostiense, già proseguita alla morte di quest’ultimo da Guido fino al 1127, e poi dallo stesso Pietro Diacono condotta fino al 1138; 2) il cd. Registrum Petri Diaconi (Reg. 3: Archivio dell’Abbazia di Montecassino), uno dei più famosi cartolari medioevali.
Un altro profilo dell’attività letteraria di Pietro Diacono, che ne fa quasi un unicum nel panorama culturale del suo tempo e in certa misura un precursore dell’Umanesimo, è quello classicistico. Oltre alla Graphia aureae urbis Romae, la cui paternità gli è stata riconosciuta di recente da Herbert Bloch, Pietro Diacono trascrisse diverse opere di autori classici (il trattato De aquaeductu urbis Romae di Frontino, la sezione topografica su Roma del De lingua latina di Varrone, l’Epitome rei militaris di Vegezio, l’Itinerarium Antonini Augusti, brani tratti da Firmico Materno, un sunto da Solino, il Liber dignitatum Romani imperii).
Egli, inoltre, compose un trattato sui luoghi santi, il “Liber de Locis Sanctis”, utilizzando varie fonti della sua biblioteca, ed un compendio del De architectura di Vitruvio, oltre a varie altre opere.
Nell'insieme la sua figura è rappresentativa di un ancor vivo, seppur declinante, fervore culturale nella Montecassino del XII secolo: lettore vorace, erudito e poligrafo di grande rilievo, non sempre è considerato ugualmente attendibile. Herbert Bloch, uno dei massimi studiosi della storia del monastero cassinese, ha indicato le notizie sulla storia dei vescovi di Atina come un esempio tipico della sua "disinvoltura storiografica" e della sua attitudine a manipolare le fonti (Herbert Bloch, Un romanzo agiografico del XII secolo: gli scritti su Atina di Pietro Diacono di Montecassino, con intr. di A. Esch e una bio-bibliografia dell’autore, Roma 1991 (Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia, Storia e Storia dell’Arte in Roma. Conferenze / 8).