E’ possibile stabilire l’anno esatto della conquista della Palestina?
Ciò consentirebbe anche di stabilire quanti anni Israele abbia trascorso nel deserto e di fissare la cronologia delle varie fasi che hanno preceduto l’invasione. Si è stabilito che Israele è entrato in Palestina nel primo/secondo anno di Sethnakht, il fondatore della XX dinastia, padre di Ramses III.
Purtroppo le
circostanze e le modalità della presa di potere di Sethnakht non sono note e
c’è anche incertezza sull’anno in cui egli si insediò come faraone. Possiamo
averne un’idea dalla seguente tabella, dove vengono riportate le date proposte
da vari studiosi per l’inizio e la fine del suo regno.
Autore |
Anni di regno di Sethnakht |
1200 a.C. - 1198 a.C. |
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1996 a.C. - 1994 a.C. |
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1990 a.C. - 1987 a.C. |
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1188 a.C. - 1186 a.C. |
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1187 a.C. - 1185 a.C. |
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1186 a.C. - 1184 a.C. |
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1186 a.C. - 1184 a.C. |
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1185 a.C. - 1182 a.C. |
Merenptah, si è stabilito, è morto nel 1202 a.C.. Dopo di lui si sono succeduti altri quattro faraoni, effimeri ma con una durata di regno complessivamente superiore a 15 anni. Questo significa che Sethnakht quasi certamente non si impossessò del trono prima del 1187 e quindi le date proposte da von Beckerath, dal 1185 al 1182 a.C., sono obiettivamente le più probabili. La conquista della Palestina da parte degli ebrei deve situarsi entro questo lasso di tempo. Ma in quale anno esattamente? C’è un modo per stabilirlo, utilizzando i dati forniti dalla Bibbia stessa.
Stando alla narrazione, l’ultimo anno dell’esodo, il “quarantesimo” dall’inizio di quella grande avventura, era certamente un anno normale composto da 12 mesi lunari[1]. L’anno successivo, quello della conquista, era invece con tutta verosimiglianza un “grande anno”, composto da 13 mesi lunari. Giosuè, infatti, attraversò il Giordano nel decimo giorno del nuovo anno, all’epoca del raccolto del grano; ed infatti appena entrati mieterono il grano. Quell’anno, quindi, doveva avere avuto inizio entro la prima decade di giugno (ultima decade di maggio attuale), condizione essenziale per avere un anno di 13 mesi; dieci o venti giorni più tardi avrebbero fatto la differenza, per quanto riguarda il raccolto.
Le sequenze “anno normale e grande anno” possono essere determinate ricorrendo come al solito alle eclissi di sole. Prendiamo in considerazione gli anni dal 1187 al 1182, quelli entro cui devono cadere le date ricercate, stabilendo le sequenze di anni normali e grandi anni. Per questo è sufficiente determinare la data di inizio dell’anno lunare, tenendo conto che nel calendario giuliano a quell’epoca il solstizio cadeva il 2 di Luglio:
inizio dell’anno lunare (data giuliana) |
Tipo di anno lunare |
24 giugno 1187 a.C. 12 giugno 1186 30 giugno 1185 19 giugno 1184 8 giugno 1183 27 giugno 1182 |
(1187-1186) anno normale di 12 mesi (1186-1185) grande anno di 13 mesi (1185-1184) anno normale di 12 mesi (1184-1183) anno normale di 12 mesi (1183-1182) grande anno di 13 mesi (1182-1181) anno normale di 12 mesi |
calcolata in base alle eclissi
di sole di quegli anni
Nel periodo considerato i grandi anni di 13 mesi hanno avuto inizio nel 1186 e nel 1183 a.C.. Possiamo escludere che l’invasione abbia avuto inizio nel 1186, perché questo presupporrebbe che Mosè abbia radunato gli ebrei e intrapreso la marcia verso nord all’inizio del 1187, prima ancora della morte della regina Tauseret. Rimane quindi il 1183, che cade al centro delle date proposte da von Becherat per la durata del regno di Sethnakht, dal 1185 al 1182 a.C., che alla luce di questo nuova conferma risultano le più probabili in assoluto.
La regina Tausert è morta nel corso del 1185, probabilmente di morte naturale. Dalla stele di Elefantina sappiamo per certo che Sethnakht terminò le sue operazioni militari per sottomettere l’Egitto soltanto il “10.mo giorno del secondo mese della stagione di Shemou (Germinazione) del suo secondo anno di “regno”, e cioè il secondo da quando Sethnakht si era proclamato faraone e aveva dato inizio alla campagna militare per la conquista del potere. Poiché a quell’epoca l’anno “civile” egizio iniziava verso la fine di maggio (greg.), quella data cadeva nella prima decade di novembre (greg.). Quanto all’anno, esso era o il 1184, oppure il 1183 a.C., a seconda che la regina Tauseret fosse morta nella prima o nella seconda metà del 1185 (il conteggio degli anni di un faraone, si è detto, cominciava con quello successivo alla morte del predecessore). E’ da ritenere che la stele di Elefantina riporti la fine della repressione di Sethnakht non soltanto nell’Egitto, ma in tutto il territorio dell’impero e quindi anche in Palestina. Per quella data, quindi, la conquista della Palestina e la sua spartizione da parte degli ebrei di Giosuè dovevano essere già completate. Si trattava quindi del novembre 1183 a.C. Cinque mesi prima Giosuè aveva attraversato il Giordano.
Il “quarantesimo” anno di permanenza degli ebrei nel deserto, quindi, dovrebbe coincidere con il primo anno di “regno” di Sethnakht. Le sequenze degli anni normali e dei lunghi anni lasciano presumere che Tauseret sia morta alla fine del 1185, per cui il primo anno di regno di Sethnakht venne conteggiato a partire dal giugno 1184 e il secondo dal giungo 1183 a. C. Fu quindi alla fine del 1185, o agli inizi del 1184, in coincidenza con la rivolta di Setnakht o subito dopo, che Mosè iniziò a radunare gli ebrei, sparsi nella vale Ovda e dintorni, e ripartì verso nord. Arrivò a Kades nel primo mese del “quarantesimo” anno, vale a dire giugno/luglio del 1184, forse in tempo per celebrarvi la Pasqua, che quell’anno cadeva il 3 di luglio (giuliano).
Questa contemporaneità lascia supporre che Setnakht avesse intavolato trattative con gli israeliti, tramite Mosè, fin dall’inizio dell’avventura che doveva portarlo sul trono d’Egitto, o forse ancora prima: è possibile, infatti, che nella strategia da lui ideata per conquistare il potere, fosse riservato un ruolo importante ad Israele che doveva occuparsi della Palestina, mentre Sethnakht si occupava dell’Egitto. Fra i due, quindi, doveva essere stato stipulato un patto di alleanza.
Una conferma esplicita che l’ordine di sterminio delle popolazioni conquistate fu impartito a Mosé dallo stesso Sethnakht è contenuta nei versetti 11, 15-20 del libro di Giosuè. Circa i motivi di quell’ordine, essi appaiono chiari alla luce della situazione in quel momento. Innanzitutto strategici: era del tutto prevedibile che alla notizia di distruzioni e stragi di massa che provenivano dalla Palestina, le truppe “asiatiche” che appoggiavano gli oppositori di Sethnakht si sarebbero precipitate a difendere le proprie case, abbandonando i loro alleati in balia dell’usurpatore. La stele di Elefantina ci assicura che è proprio quel che avvenne.
In secondo luogo doveva avere lo scopo di dare un monito terribile alle altre città e di evitare ogni possibile complicazione per il futuro. Sulla base dei versetti di Deuteronomio 20, 10-17[2] dobbiamo ritenere che il faraone avesse deciso di sterminare fino all’ultimo, per rappresaglia, soltanto gli abitanti di alcune città, presumibilmente quelle che avevano fornito truppe ai suoi oppositori. Per quanto riguarda le altre città, quelle che si sottomettevano spontaneamente dovevano essere risparmiate[3]; se invece resistevano, si dovevano uccidere soltanto i maschi adulti, ma non il resto della popolazione. Fra queste ultime rientrano certamente alcune città, come Megiddo e Lachis, che rientrano nell’elenco delle città conquistate da Giosuè, ma non distrutte. Soltanto pochi anni dopo, infatti, Ramses III vi insediò propri governatori.
In conclusione le informazioni fornite dalla stele di Elefantina e dal papiro Harris I sono coerenti con quelle fornite dal libro di Giosuè e si integrano reciprocamente in un quadro storico di grande verosimiglianza. Da esso appare chiaro che senza l’appoggio di Sethnakht Israele non avrebbe mai potuto rientrare in Palestina; ma è vero anche il contrario, e cioè che senza Israele Sethnakht non sarebbe stato in grado di conquistare il potere e la XX dinastia non sarebbe stata instaurata.
Questo significa che per tutto il tempo dell’esilio nel deserto, Mosè aveva monitorato la situazione politica e mantenuto contatti con l’Egitto, pronto ad approfittare di ogni occasione favorevole. Aveva promesso ai “suoi” ebrei che li avrebbe fatti rientrare in Palestina e l’unico modo per mantenere la promessa era di ottenere l’appoggio di un faraone, possibilmente uno che non appartenesse alla XIX dinastia. Necessariamente fra lui e Sethnakht dovettero esserci dei contatti, sfociati in un accordo ben preciso.
Chi dei due avesse preso l’iniziativa nei confronti dell’altro non è dato sapere; non si può escludere che sia stato lo stesso Mosè a suggerire a Sethnakht l’idea di impadronirsi del potere, prospettandogli un piano ardito, ma fattibile, che avrebbe portato vantaggio ad entrambi. Dopotutto era stato Mosè che aveva ideato ed attuato l’audacissimo piano di sottrarre a Merenptah un intero popolo, distruggendo nelle acque del Mar Rosso la divisione di carri da guerra incaricata di sorvegliarlo. I suggerimenti di un personaggio del genere non potevano essere presi alla leggera.
Sulla base di quanto sopra, le date del “quarantesimo” anno riportate nella Bibbia, vengono così trasformate in date assolute (giuliane):
- Il 19 giugno 1184 inizia l’ultimo anno di permanenza di Israele nel deserto
- il primo giorno del quinto mese, e cioè il 16 ottobre 1184, muore Aronne
- il primo giorno dell’undicesimo mese, e cioè il 11 aprile 1183, muore Mosè
-
l'8 giugno 1183 inizia l’anno della
conquista della Palestina -
il 18 giugno 1183 Giosuè pianta il campo a
Gilgala, in territorio palestinese. Quello stesso giorno incontra il
comandante del contingente egiziano in Palestina e si mette ai suoi ordini. -
dopo 24 anni cessa la ribellione di Israele,
che rientra a testa alta in seno all’impero egizio, e si appresta a
reinsediarsi nella Terra Promessa con l’aiuto del faraone. -
entro ottobre 1183 Giosuè conclude la
campagna militare e spartisce il territorio fra le tribù di Israele [1] La Bibbia dice che Mosè morì il primo giorno del decimo mese,
dopodiché ci furono trenta giorni di lutto, vale a dire un altro mese esatto.
Il dodicesimo mese fu impegnato da Giosuè nei preparativi per l’invasione, che
ebbe inizio subito dopo. vedi precedente:
Cronologia esatta dell'esodo
[2] Dt. 20,10-17 “Quando ti avvicinerai ad una città per attaccarla, le
offrirai prima la pace. Se accetta la pace e ti apre le sue porte, tutto il
popolo che vi si troverà ti sarà tributario e ti servirà. Ma se non vuole far
pace con te e vorrà la guerra, allora l’assedierai …e ne colpirai a fil di
spada tutti i maschi; ma le donne, i bambini il bestiame e quanto sarà nella
città li prenderai come tua preda.
Così farai per le città che sono molto
lontane da te e che non sono città di queste nazioni.
Soltanto nelle
città di questi popoli che Jaweh tuo Signore ti dà in eredità non lascerai in
vita alcun essere che respiri; ma li voterai allo sterminio, gli Hittiti, gli
Amorrei, i Cananei, i Perizziti, gli Evei e i Gebusei
[3] E’ il caso, per esempio degli abitanti di Gibeon, che si sottomettono
a Giosuè ed in seguito partecipano alla sua campagna militare.
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