A Kibrot-Attaava accadde un fatto che ha avuto un’eco duratura nella storia ed è al centro di analisi e dibattiti fra gli esegeti biblici: gli ebrei si imbatterono in uno stormo di quaglie in migrazione e ne catturarono in gran numero, banchettando a sazietà con le loro carni. Come conseguenza ci fu un avvelenamento collettivo e molti morirono. Furono sepolti sul posto, che da allora venne denominato Kibrot Attahava, e cioè i “sepolcri dell’ingordigia”.
L’episodio delle quaglie costituisce una indicazione importante ai fini della cronologia e della localizzazione dell’esodo. Le quaglie (coturnix coturnix) sono uccelli migratori dalle abitudini e caratteristiche singolari. Esse svernano in Africa e all’inizio della primavera migrano in Europa in tre gruppi distinti, che passano rispettivamente attraverso l’Algeria e la penisola iberica, la Tunisia e l’Italia e l’ultimo attraverso il Sinai e le isole greche. In autunno seguono il percorso inverso, in ondate migratorie che iniziano ad agosto e proseguono fino ad ottobre. Una caratteristica peculiare di questo uccello è che nel corso delle sue migrazioni si nutre di una qualche pianta che rende la sua carne tossica e induce in chi la mangia una sorta di avvelenamento noto sotto il nome di “coturnismo”, che nei casi più gravi può condurre alla morte. E’ appunto quello che è accaduto agli ebrei dell’esodo, che dopo essersi nutriti delle quaglie sono stati colpiti da una “pestilenza” che ha provocato numerose vittime.
C’è un fatto, però, che ha sempre creato perplessità negli esegeti tradizionalisti, che pongono l’esodo agli inizi della primavera e nella zona meridionale del Sinai. Durante la migrazione primaverile soltanto le quaglie che transitano attraverso l’Algeria verso la penisola iberica sono “tossiche”, mentre durante la migrazione di ritorno lo sono soltanto le quaglie che dalla Grecia si riversano sulle coste del Sinai. L’episodio narrato dalla Bibbia, quindi, può essersi verificato soltanto nella parte settentrionale del Sinai, in un periodo di tempo compreso fra agosto e ottobre.
Questo concorda perfettamente con la ricostruzione cronologica e ambientale qui delineata. Gli ebrei sono partiti da Har Karkom, situato a metà strada fra il golfo di Aqaba e il Mediterraneo, in data corrispondente al 12 luglio attuale. Come ogni amante della caccia alle quaglie sa bene, questi uccelli nidificano di preferenza nei campi coltivati a cereali, che abbandonano dopo la mietitura, cominciando a radunarsi per la migrazione. Già ai primi di agosto gli uccelli più meridionali cominciano a migrare, seguiti a ondate successive da quelli che nidificano in aree più settentrionali, fino alla fine di settembre. Fin dai primi di agosto, quindi, iniziano le migrazioni che dalla Grecia si riversano sulle coste mediterranee del Sinai.
Secondo i dati del racconto, gli ebrei si imbatterono nelle quaglie dopo la partenza dal Sinai, avvenuta il 23 luglio e prima dell’arrivo ad Hazerot, alla fine di agosto; quindi verso la metà di agosto (data attuale). Il posto fu chiamato Kibroot Hattahava (sepolcri dell’ingordigia), per via dei morti avvelenati dalle quaglie che vi furono sepolti. Tutto torna.