Ebron, situata fra i monti in una zona boscosa, fresca e ventilata, era probabilmente la residenza estiva di Abramo. Durante l'inverno egli tornava a Beer Sheba, nel deserto, dove il clima era più mite. Doveva essere quindi l'inizio della stagione calda quando Abramo venne raggiunto a Ebron dalla notizia che Sodoma era stata saccheggiata e Lot rapito. Tutto era cominciato con una incursione di
"Amrafael re di Sennaar, Arioch re di Ellasar, Chedorlaomer re di Elam e Tideal re di Goim. Questi re fecero guerra a Bera re di Sodoma, a Birsa re di Gomorra, a Sinab re di Adama, a Semeber re di Zeboim e a Zoar re di Bela ... i quali si schierarono a battaglia nella valle di Siddim. Erano cinque re contro quattro. La valle di Siddim era piena di pozzi di bitume. I re di Sodoma e Gomorra in fuga vi caddero dentro. Gli scampati, invece si rifugiarono verso il monte. I vincitori allora presero tutte le ricchezze e le vettovaglie di Sodoma e Gomorra e se ne andarono. Presero anche Lot, nipote di Abramo, figlio di suo fratello, che abitava a Sodoma, e se ne andarono. Uno degli scampati venne a riferire il fatto ad Abramo, l'ebreo che abitava vicino alle querce di Mamré, l'amorreo, fratello di Escol ed Aner, alleati di Abramo. Appena saputo che suo nipote era caduto prigioniero, Abramo organizzò i suoi uomini; con 318 servi nati nella sua casa inseguì quei re sino a Dan. Abramo divise i suoi uomini in gruppi e nella notte sconfisse i suoi nemici e li inseguì fino a Coba, a nord di Damasco. Ricuperò il bottino, liberò il nipote Lot con le sue ricchezze e tutta la popolazione, uomini e donne" (Gen.14,1-16).
Il racconto biblico narra l'episodio non in modo riduttivo, ma con una certa noncuranza, per cui la maggior parte degli esegeti lo considera di secondaria importanza, quasi alla stregua di un piccolo normale scontro fra beduini. Ma la sostanza del racconto è ben diversa e non c'è dubbio che si riferisce ad un episodio di grande rilievo. Si tratta infatti di una lega di principi molto potente e non di una semplice banda di predoni; lo dimostrano in maniera eclatante i danni che riuscirono a provocare: la devastazione dell'intera valle del Giordano e la caduta di città ben munite come Sodoma e Gomorra.
La Bibbia attribuisce il merito della sconfitta della lega interamente ad Abramo; ma la cosa non appare verosimile. Fra i principali doveri di ogni principe dell'impero egizio rientrava soprattutto quello di fornire uomini armati e viveri per le campagne militari del faraone. Benché fra i prigionieri vi fosse anche il nipote Lot non è concepibile che Abramo abbia assunto autonomamente l'iniziativa di condurre una campagna militare lontano dai territori soggetti alla sua giurisdizione, addirittura oltre Damasco. Né è verosimile che con soli 318 uomini abbia potuto battere un nemico talmente forte da sfidare l'impero egizio.
La reazione al saccheggio della Pentapoli era stata organizzata molto probabilmente da un tal "Melchisedek, ministro di El Elyon" a Salem: evidentemente il luogotenente di Tutmosi III in Palestina. Abramo, semplicemente, si limitò a fornire un contingente di uomini armati, com'era nei suoi doveri di feudatario. A quanto pare le truppe imperiali furono divise in gruppi (Gn.14,15), che attaccarono separatamente, e Abramo, visto il suo passato di guerriero, fu posto a capo di uno di questi. I nemici furono sconfitti e dispersi ed il bottino recuperato. Le truppe vittoriose vennero radunate "nella valle di Save, detta anche la valle del re. In quell'occasione il re di Salem, Melchisedek, ministro di El Elyon, portò pane e vino e benedisse Abramo con queste parole: 'Sia benedetto Abramo da El Elyon, signore del cielo e della terra! E sia benedetto El Elyon perché ti ha reso vittorioso dei tuoi nemici'. E Abramo diede a Melchisedek la decima parte di ogni cosa" (Gn.14,17-20).
Una campagna di queste proporzioni non poteva essere ignorata dagli Annali di Tutmosi III, per cui dovremmo trovare dei riferimenti espliciti ad essa, anche se dobbiamo aspettarci che non vengano citate le sconfitte iniziali (come del resto in nessun'altra delle campagne di Tutmosi) e le vittorie riportate senza l'intervento diretto del faraone. L'episodio è accaduto dopo l’investitura di Abramo, perché in caso contrario egli non avrebbe potuto fornire uomini armati e tanto meno comandare reparti dell'esercito (e non avrebbe avuto la sua dimora ad Ebron). Quindi successivamente al quarantunesimo anno di Tutmosi. Non rimane che una possibilità: nel quarantaduesimo anno del suo regno Tutmosi condusse la sua ultima campagna militare.
Gli Annali di Karnak riferiscono che "sua maestà era sulla strada della costa per distruggere le città di Erkatu e le città di --- Kana ---; queste città furono distrutte insieme ai loro distretti. Poi sua maestà arrivò a Tunip, distrusse la città e devastò il raccolto ... Infine arrivò al distretto di "Qadesh e catturò le città del distretto.". Gli annali non dicono il perché di queste distruzioni, né riferiscono di battaglie campali; ma è ovvio che le città dovevano essersi ribellate, formando una lega, e dovevano aver svolto azioni militari contro territori dell'impero.
Singolare coincidenza, si tratta proprio di una lega di quattro grandi principi a nord di Damasco, il cui esercito all'arrivo di Tutmosi non esisteva più, segno che era stato disperso in precedenza. La campagna citata da Genesi si deve riferire a questa guerra e integra in maniera coerente gli annali di Karnak, che per ragioni di prestigio ignorano (come sempre) i guasti prodotti inizialmente dai quattro principi della lega ed il fatto che le loro forze erano state disperse da un contingente di truppe palestinesi. Essi mettono in risalto soltanto l'operato di Tutmosi, che era poi sopraggiunto via mare con l'esercito egizio e aveva raso al suolo le città per rappresaglia.
E' significativo il particolare, riportato dal racconto biblico, che i quattro principi siriani rapirono Lot e lo portarono con loro. Questo ci fornisce un valido elemento per capire i reali motivi della rivolta dei principi e del perché si siano spinti così lontano dai loro territori per saccheggiare proprio la città di Sodoma. I principi in questione erano originariamente sotto il dominio dell’impero di Mitanni e passarono all'Egitto in virtù del trattato stipulato a Karkemish fra Tutmosi III e Saushsha-Tar, che essi evidentemente contestarono. In un primo momento dovettero rivolgersi a Saushsha-Tar per indurlo a rompere il trattato, ma di fronte ad un suo rifiuto pensarono probabilmente di rendersi indipendenti, creando un forte regno nella Siria settentrionale.
Per ragioni di opportunità politica essi dovettero progettare di mettere a capo della lega un sovrano appartenente ad una grande dinastia dell'epoca, possibilmente qualcuno che vantasse titoli legittimi sulla Siria settentrionale. Lot era il personaggio che assommava tali caratteristiche, per cui possiamo ragionevolmente presumere che i principi ribelli abbiano effettuato l'incursione contro Sodoma proprio con l'obiettivo di impadronirsi di lui per metterlo a capo della lega. Lo confermerebbe anche il fatto che essi, dopo aver saccheggiato Sodoma e catturato Lot, diressero immediatamente a Nord verso i loro territori.
Abramo venne a trovarsi in una situazione evidentemente assai critica, per cui, per evitare sospetti di collusione con il nemico, dovette svolgere un ruolo molto attivo ed importante nel far fallire questo progetto. Dobbiamo quindi presumere (come del resto si preoccupa di evidenziare la stessa Genesi) che egli si sia comportato con grande valore ed abbia osato il tutto per tutto pur di riprendere il nipote. Si sarebbe quindi distinto in maniera particolare nella sconfitta della lega ribelle, guadagnandosi la riconoscenza del faraone.
La Bibbia non offre elementi per stabilire se Lot era consenziente o meno al progetto dei quattro principi ribelli. Da un punto di vista probabilistico dobbiamo presumere che abbia avuto dei contatti preliminari con essi e fosse d'accordo. Se non subì la vendetta del faraone, lo dovette probabilmente ai meriti acquisiti da Abramo e al fatto che Saushsha-Tar non intervenne a sostegno della lega.