Tra gli elementi della Bibbia che hanno generato e generano infinite discussioni e inducono spesso a conclusioni fuorvianti, c’è la questione dei numeri riportati nel testo.
La maggior parte di essi, per una ragione o per un’altra, appaiono poco credibili e quindi privi di un reale contenuto informativo. Viene naturale chiedersi se siano stati sparsi a casaccio nel testo, se sono il frutto di una gratuita mania di esagerazione del redattore od di una sua scarsa considerazione per la precisione, o se invece abbiano un effettivo e ben preciso contenuto informativo, che possa essere capito e utilizzato in maniera affidabile per una ricostruzione affidabile dei fatti biblici.
Analizzando il testo si possono individuare gruppi di numeri con caratteristiche omogenee, che ammettono spiegazioni diverse, ma normalmente attendibili.
Numeri mitologici. Cominciamo con il gruppo più noto e controverso, quello delle età dei patriarchi antidiluviani. Si è detto che i primi undici capitoli di Genesi rientrano in un ambito mitologico, non storico. In quasi tutte le mitologie le durate dei regni antidiluviani sono espresse con numeri dalle tre cifre in su, e la Bibbia non è da meno. E’ presumibile che questi numeri abbiano un qualche significato, ma è illusorio cercare di capirlo. Ogni ipotesi è legittima e ugualmente improbabile. E forse è proprio per questo che tanti si cimentano nell’impresa, avanzando proposte più o meno stravaganti, certi che nessuno potrà mai smentirli. E comunque nessuna di queste proposte è suscettibile di far avanzare anche di un solo millimetro la comprensione del testo biblico, almeno di quello che ha un effettivo contenuto storico, e cioè dall’undicesimo capitolo in poi.
Numeri indefiniti. Ad ogni piè sospinto, nel Pentateuco, ci si trova di fronte a cifre, come tre, sette, quaranta, settanta e quattrocento, che compaiono con una frequenza troppo elevata in relazione alla distribuzione statistica dei numeri per essere presi alla lettera. Un’analisi dei contesti in cui compaiono porta a concludere che essi esprimano grandezze indefinite, come i termini un paio, alcuni, diversi, molti ecc., impiegati normalmente nella conversazione corrente, il cui significato è percepito in maniera sufficientemente corretta dagli interlocutori. Anche nella Bibbia l’ordine di grandezza di queste cifre indefinite può essere stabilito con precisione sufficiente a rendere utilizzabili le informazioni da esse fornite.
Le età dei patriarchi. Si potrebbe pensare che quando si incontrano numeri diversi da questi, si debbano interpretare come cifre esatte e attendibili; ma è immediato rendersi conto che non sempre è così. Le età dei patriarchi e di altri personaggi del Pentateuco, per esempio, sono chiaramente irragionevoli. Sono cifre casuali, prive di un reale contenuto informativo? Ad un esame approfondito risulta evidente che nessuna di esse è il frutto di una gratuita mania di esagerazione del redattore, ma piuttosto di suoi clamorosi errori di interpretazione.
A quanto pare il redattore, o qualcuno che dopo di lui apportò piccole modifiche al testo, aveva un particolare interesse a calcolare l'età dei personaggi principali basandosi sugli elementi forniti dal racconto. Non avendo ben capito, però, la natura delle cifre riportate dalle sue fonti, orali o scritte che fossero, non fece alcuna distinzione fra cifre esatte e cifre indefinite, e si dedicò a calcolare l’età raggiunta da ciascun patriarca, sommando periodi della sua vita di durata esattamente definita con periodi di durata imprecisata, indicati con le cifre sette, quaranta e settanta , computate come esatte.
Ne sono risultate cifre spropositate, chiaramente inattendibili. Esse hanno però un contenuto informativo preziosissimo per ricostruire in maniera coerente e attendibile i vari periodi della vita di ciascun patriarca.
Errori di interpretazione. Alcune altre cifre, che hanno colpito enormemente la fantasia popolare, e sono state e sono tutt’ora oggetto di interminabili discussioni fra gli studiosi, sono il frutto semplicemente di errori di traduzione o di interpretazione. È il caso, per esempio, del numero degli ebrei che hanno partecipato all’Esodo dall’Egitto, indicato nel testo in seicento mila maschi adulti, il che presuppone una popolazione totale di non meno di tre milioni di persone. Cifra del tutto irreale.
Qui l’equivoco nasce dal fatto che la parola ebraica elef
ha il doppio significato di mille
e di capo
. Il testo dice, correttamente, seicento elef
; non è responsabile se i traduttori hanno privilegiato il significato mille
, anziché quello di capo
.
Numeri che contengono informazioni codificate. I numeri che non rientrano nelle suddette categorie sembrano avere normalmente un significato reale, preciso e affidabile. C’è un passo di Numeri 31, 32-47, però, che contiene una serie di cifre che lasciano perplessi, perché sembrano sfuggire ad ogni logica. Si tratta di un brano in cui vengono elencate le prede razziate dal figlio di Eleazaro, Fineas, con lo sterminio di cinque tribù di Madianiti ordinato da Mosè.
Sono cifre apparentemente prive di senso. Senonché, esaminandole più approfonditamente, ci si rende conto che sono cifre tutte collegate a un preciso sistema calendariale. Si tratta, cioè, di un promemoria inserito in questo brano da un qualche ignoto sacerdote, per fissare in maniera criptica informazioni di grande rilevanza per i sacerdoti, che erano responsabili del calendario.