E' uno fra i gruppi monumentali più notevoli di tutta l'area di Har Karkom, di epoca BAC, formato da 4 piattaforme, divise in due gruppi:
Il primo gruppo è costituito da due grandi piattaforme, affiancate, praticamente uguali come tipologia e dimensioni, ben rifinite e di costruzione accurata. Di forma grosso modo circolare, con diametro mediamente superiore ai 15 metri, presentano entrambi una specie di incavo sul lato occidentale (forse a suggerire il punto di accesso) ed una struttura sagomata e rialzata, che suggerisce l'idea di una sepoltura, sul lato orientale. Rispetto all'oriente, che appare il punto cardinale privilegiato, la piattaforma meridionale è avanzata di qualche metro; forse un fatto casuale, ma non è escluso sia intezionale, ad evidenziare una "gerachia" fra le due strutture. Nel corso dell'ultima missione sono stati effettuati due sondaggi, ad opera del Prof. Valerio Manfredi, in corrispondenza delle strutture assimilabili a tombe di entrambi le piattaforme. Non è stata trovata la minima traccia da cui si possa desumere che in quei luoghi sia mai stato inumato qualcuno.
Il secondo gruppo è costituito da due piattaforme di costruzione più rozza, molto dissimili dalle prime due e fra loro per dimensioni e forma. La prima ha un diametro di circa 5 metri e forma rotondeggiante; è leggermente arretrata, in relazione all'oriente, rispetto ad entrambi le piattaforme del primo gruppo. Ancora più arretrata è l'ultima piattaforma, che si presenta oblunga, con lato maggiore di circa 15 metri e dimensioni laterali di 8-10 mt. La forma particolare suggerisce l'ipotesi che si tratti di due piattaforme circolari parzialmente sovrapposte.
Di particolare interesse è anche il sito in cui il gruppo monumentale è stato costruito. Si trova infatti grosso modo al centro di una valle secondaria, delimitata da alcune alture, che si apre su un lato della più ampia valle di Har Karkom. E' posto a circa metà strada fra i grandi concentramenti abitativi di epoca BAC di Har Karkom e Beer Karkom; c'è un accampamento di epoca BAC (sito 427, con 7 unità abitative, diversi recinti e alcune strutture minori) a ovest di esse, riparato da uno sperone di roccia.
La piccola valle è lontana dalle vie di transito; per raggiungerla bisogna attraversare un grande wadi dalle pareti alte e scoscese. Da essa non è possibile vedere il monte Har Karkom, nè il monte senza nome che si erge al centro della vallata.
E' presumibile che le caratteristiche del luogo, appartato e discreto, abbiano pesato nella scelta.
Un monumento per quanto grandioso, desta per se stesso interessi di carattere essenzialmente tecnico, arido ed incapace di suscitare emozioni; è una cosa morta, totalmente priva di "anima" se non è legato a fatti o persone note e importanti nella nostra storia. Chi mai andrebbe a visitare per il loro semplice interesse monumentale le tombe dei patriarchi, di Dante e così via?
Se risultasse possibile legare con un qualche grado di probabilità, o quantomento verosimiglianza, le piattaforme del sito 426 a personaggi della Bibbia, sarebbe come infondere loro un'anima, capace di suscitare in ciascuno di noi emozioni molto forti in presenza di questi monumenti. Anche se siamo ben coscienti che nessuna certezza può essere acquisita in questo campo.
l'ipotesi più probabile circa la funzione delle piattaforme del sito 426 è che siano "cenotafi" e cioè "gaal ed" costruiti dagli ebrei dell’esodo per consumarvi pranzi rituali in onore di defunti, dei quali non era disponibile il corpo.
Data la grandiosità dei monumenti (il cui volume totale è superiore ai 100 metri cubi), il numero delle persone che hanno partecipato alla costruzione e hanno trovato posto su di essi per il banchetto rituale doveva essere assai elevato. I defunti, quindi, dovevano essere personaggi di primo piano fra il popolo ebraico ed è pertanto inverosimile che il loro nome non compaia nelle cronache bibliche.
Significativa è l'assenza del cadavere, o comunque la non disponibilità di esso per un rito di sepoltura con le procedure normali.
Da non trascurare la tipologia del luogo prescelto: aperto, ma nel contempo "appartato" e fuori vista rispetto a quelli che possono essere individuati come luoghi sacri della vallata: Har Karkom e il monte Oreb. Si direbbe, quindi, "lontano dagli occhi del Signore".
Altro particolare significativo è il numero dei defunti: almeno quattro, ma più probabilmente cinque, perché la piattaforma "doppia" suggerisce la possibilità che vi siano stati commemorati contemporaneamente due defunti, legati in qualche modo fra loro.
La diversa tipologia dei due gruppi di piattaforme, inoltre, suggerisce che esse siano state costruite in circostanze diverse e da persone diverse. Pertanto i defunti commemorati dovrebbe essere morti in circostanze diverse: due, con caratteristiche molto simili fra loro, in una occasione; tre, dei quali due uniti da un legame molto stretto, in un'altra.
La disposizione sul terreno suggerisce in maniera piuttosto decisa che il gruppo delle due grandi piattaforme uguali sia stato costruito prima dell'altro; la sequenza delle morti dei personaggi commemorati dovrebbe rispettare questo ordine.
I cinque defunti, infine, sembrano tutti legati in qualche modo fra loro, dal momento che è stato prescelto lo stesso luogo per commemorarli.
Ultima considerazione: se la posizione delle piattaforme rispetto all'oriente ha un significato "gerarchico", il rango dei defunti "abbinati" a ciascuna di esse (e viceversa) è automaticamente determinato dalla loro posizione. Le dimensioni delle piattaforme, invece, potrebbero essere legate al numero di persone che hanno partecipato alla cerimonia.
Queste considerazioni scaturiscono in modo naturale dalle caratteristiche fisiche dei monumenti. Se davvero esiste una qualche correlazione fra essi e la narrazione biblica, dovremmo poter individuare dei fatti narrati che combaciano con le nostre deduzioni.
La Bibbia riferisce di varie persone morte durante la permanenza ai piedi del monte sacro. I primi in ordine di tempo sono i morti nella battaglia vittoriosa contro Amalek a Refidim, non appena arrivati in zona. Di essi non viene riportato nè la quantità, nè alcun nome. Il loro corpo è stato certamente recuperato e presumibilmente sono stati sepolti con tutti gli onori in una medesima zona, nei pressi di Refidim.
Un secondo massacro si registra ai piedi del monte sacro, in seguito all'episodio del vitello d'oro. Di essi viene riportato un numero, che appare poco attendibile (tremila), ma nessun nome. Sono morti "disonorati", per i quali presumibilmente non vi sono state cerimonie funebri ufficiali.
Sono infine citate con dovizia di particolari le morti di cinque personaggi illustri, con caratteristiche che combaciano in maniera pressocché perfetta con le deduzioni ricavate dianzi. Si tratta di Nadab, Abiu, Cora, Datan e Abiram.
"Nadab e Abiu, figli di Aronne, presero ciascuno un braciere, vi misero dentro il fuoco e il profumo e offrirono di fronte al Signore un fuoco illegittimo, che il Signore non aveva ordinato. Ma un fuoco si staccò dal Signore e li divorò e morirono così davanti al Sigmore" (Lev. 10,1 e seg.). Nadab e Abiu erano personaggi di altissimo rango di fronte a Israele, in quanto primi due figli del neoeletto sommo sacerdote, Aronne.
La loro morte fu dovuta a un malaugurato incidente; ma fu presentata come un castigo divino: per essi non potevano essere celebrate onoranze funebri secondo i normali rituali. E infatti "Mosè chiamò Misael e Elsafan, figli di Uzziel, zio di Aronne, e disse loro: «Avvicinatevi e portate questi vostri fratelli lontano dal Santuario, fuori dall'accampamento». Essi si avvicinarono e li portarono via con le loro tuniche, fuori dall'accampamento, come Mosè aveva detto. Ad Aronne, a Eleazaro e Itamar suoi figli, Mosè disse: «Non vi scarmigliate i capelli del capo e non vi stracciate le vesti, perché non moriate e il Signore non si adiri contro tutta la comunità; ma i vostri fratelli, tutta la casa di Israele, facciano pure lutto a causa della morte fulminea inflitta dal Signore». Essi fecero come Mosè aveva detto". (Lev.10,4-8).
Il racconto è chiaro e non lascia adito a dubbi sul come si sono svolti i fatti: subito dopo il malaugurato incidente, i corpi di Nadab e Abiu furono affidati agli zii, che provvedettero per una sepoltura in gran segreto, in qualche angolo nascosto della valle. Aronne e i figli superstiti furono diffidati dal prendere il lutto, a cui però fu invitato l'intero popolo di Israele. In che modo? Il racconto non scende in questi particolari, ma non ci vuole eccessiva fantasia ad immaginarlo: scelsero un luogo adeguato, solenne, ma fuori dalla vista del monte sacro (per non irritare il Signore) e vi costruirono due grandi piattaforme uguali, una più avanzata rispetto all'oriente, dedicata al primogenito Nadab, l'altra dedicata ad Abiu, il secondogenito. Su di esse celebrarono un grande banchetto funebre.
Qualche giorno dopo "Cora, figlio di Izear, figlio di Keat, figlio di Levi, e Datan e Abiram, figli di Eliab, figlio di Pallu, figlio di Ruben, presero altra gente e insorsero contro Mosè" (Num.16,1)
Cora, fra i maggiorenti della tribù di Levi, era secondo soltanto al suo cugino Aronne. I fratelli Datan e Abiram, sostenitori di Cora, erano fra i capi più autorevoli della tribù di Ruben; tutti e tre, quindi, personaggi di primo piano. Cora contestò a Mosè il diritto di arrogarsi la supremazia sul popolo di Israele e contestò anche la nomina di Aronne a sommo sacerdote.
Mosè si appellò al giudizio divino che risultò sfavorevole ai tre, i quali vennero inghiottiti dalla terra, scomparendo per sempre (Num.16,32).
Le celebrazioni funebri in loro onore si svolsero, pertanto, senza i loro cadaveri, e non "al cospetto del Signore", essendo morti colpiti dall'ira divina. Per la stessa ragione venne interdetto il lutto ufficiale, che fu però consentito ai familiari e parenti stretti.
Cora fu onorato dai membri superstiti della sua famiglia. Il mestissimo banchetto funebre fu celebrato da pochi intimi su una piattaforma piccola e rozza, costruita alla bell'e meglio a fianco di quelle dei nipoti Nadab e Abiu, in posizione leggermente più arretrata.
Altrettanto mesto il banchetto funebre consumato dai familiari, parenti e amici dei fratelli Datan e Abiram, tutti della tribù di Ruben. Erano assai più numerosi dei familiari di Cora, per cui costruirono una piattaforma molto più grande, benché più arretrata, per rispettare la gerarchia. Una piattaforma doppia per una duplice celebrazione.
Tutto combacia alla perfezione, per cui l'ipotesi che le piattaforme del sito BK 426 siano monumenti funebri dedicati (nell'ordine da sud verso nord) ad Abiu, Nadab, Cora Datan e Abiram, appare verosimile. Se sia anche vera, questo è un altro paio di maniche.
Posizione nella valle Karkom delle piattaforme del sito BK 426