La conquista della Palestina, dopo i "quaranta" anni di peregrinazione nel deserto, appare come uno degli episodi più oscuri
nell'intera storia di Israele. Oscuri in tutti i sensi.
Si era a cavallo del tredicesimo e dodicesimo secolo
a.C., quando la Palestina era ancora a tutti gli effetti una provincia saldamente sotto il controllo dell'impero egizio, che vi teneva proprie guarnigioni.
É veramente difficile immaginare come un popolo che soltanto "quaranta"
anni prima era stato ignomignosamente sconfitto da una singola tribù di
Cananei e di cui il faraone Merenptah, nella sua stele del quinto anno, dichiarava orgogliosamente di aver estinto il "seme", abbia potuto impadronirsi con apparente facilità e rapidità di un
territorio talmente vasto.
E come abbia potuto mantenerlo in seguito,
dal momento che la documentazione archeologica
scoperta fino ad oggi in ogni dove della Palestina dimostra oltre ogni
possibilità di dubbio che il secondo faraone della XX dinastia, Ramses III,
neppure trent'anni dopo la morte di Merenptah, teneva saldamente in pugno l'intera Palestina,
avendo stabilito propri funzionari in tutte le sue principali città, ivi comprese alcune, come Lakis e Megiddo, che figurano nell'elenco delle città conquistate da Giosuè
Era lo stesso faraone che agli inizi del suo regno, dopo aver respinto in suolo palestinese un'invasione dei
cosiddetti "popoli del mare", aveva consentito ai resti del popolo filisteo
di insediarsi in quattro città della costa meridionale.
Da quel momento iniziava la convivenza in suolo palestinese dei due popoli che avrebbero fatto la storia del territorio nei secoli a venire.
Come aveva potuto accadere tutto ciò? Le spiegazioni che forniscono gli storici, se di spiegazioni si può parlare, sono quantomeno lacunose e reticenti su questi punti.
Altro punto oscuro della conquista è l'atroce applicazione dello "cherem", lo sterminio totale.
Mosè, su ordine di Jahweh, aveva raccomandato agli israeliti sotto la guida di Giosuè di sterminare fino all'ultimo essere vivente gli abitanti delle città conquistate. Cosa che Giosuè applicò alla lettera almeno nelle prime due delle città conquistate, Gerico e Ai.
Fu proprio Jahweh in persona ad impartire un ordine così disumano? e per quale ragione?
É un comportamento che sembra non ammettere alcuna giustificazione pratica o morale, tanto da apparire come una macchia indelebile nella storia del popolo ebraico.
Ma interpretando la Bibbia nel suo senso storico letterale, vedremo questa macchia stemperarsi fino a scomparire e capiremo come un popolo con un esercito che contava non più di cinquemila combattenti, abbia potuto conquistare un territorio così vasto, per di più soggetto all'autorità del più potente impero del mondo di allora.