In Numeri 33, la Bibbia riporta, tappa dopo tappa, l’intero itinerario. Di alcune tappe viene riportata, nel corso della narrazione, anche la data. La luna scandiva il ritmo del loro tempo; alla sua faccia, ora buia ora illuminata, legavano il ricordo degli avvenimenti. Erano partiti da Pi-Ramses il quindicesimo giorno del primo mese (Nm. 33,3), con la luna piena. Attraversarono il Mar Rosso nel novilunio, quindici giorni dopo. Con la luna piena successiva arrivarono nel deserto di Sin, il quindicesimo giorno del secondo mese (Es. 16,1). Si accamparono, finalmente, nel Sinai il primo giorno del terzo mese (Es. 19,1), con la nuova luna.
I riferimenti temporali e topografici riportati nella Bibbia sono molto precisi, tanto che è possibile stabilire con affidabilità il percorso che hanno fatto per recarsi al monte Sinai giorno per giorno. A patto, ovviamente, di sapere dove si trovasse questo monte. Su questo punto la tradizione cristiana, che identifica il Monte Sinai della Bibbia con il massiccio del St. Caterina, nella parte meridionale del penisola del Sinai, come si è detto, è errata. Nessuna resto archeologico anteriore al quarto secolo d.C. è mai stato trovato in questa area; inoltre l’ubicazione e la topografia di questa montagna non trovano alcuna corrispondenza nel racconto biblico. Al contrario Har Karkom, la montagna nel deserto del Negev, in Israele, scoperta dal Prof. Emmanuel Anati nel 1980, presenta una impressionante quantità di evidenze archeologiche dell’età del bronzo, non poche delle quali corrispondono perfettamente a quanto riferito nel racconto biblico. Qui erano diretti gli ebrei.
Dalla Bibbia conosciamo con precisione e senza possibilità di equivoci la durata dell'intero percorso da Pi-Ramses al sacro monte Horeb, che richiese un mese lunare e mezzo, vale a dire quarantaquattro giorni. Di questi, quattordici li impiegarono per arrivare al Mar Rosso, gli altri trenta per andare dalla sponda orientale della baia di Suez fino a Har Karkom. Fra queste due località il tragitto è obbligato, con varianti di percorso limitate, fra le quali è piuttosto facile decidere sulla base della descrizione riportata nella Bibbia. E’ ovvio che se quest'ultima ha effettivamente un valore storico, deve trovare una rispondenza assoluta in tale percorso.
Gli Ebrei erano migliaia, con carri, viveri, masserizie e bestiame. Non era materialmente possibile che potessero transitare lungo piste secondarie, con difficoltà di percorso e di approvvigionamento d'acqua. Mosè dovette necessariamente condurli lungo una delle grandi piste carrabili, che univano l'Egitto alla Palestina attraverso la penisola del Sinai. Ciò rispondeva anche ad un'altra precisa esigenza. Le truppe egizie incaricate di sorvegliarli erano state sterminate; ma c'erano senza dubbio dei superstiti e quindi il rischio che nel giro di alcuni giorni gli Egizi mettessero insieme un altro contingente di truppe e si lanciassero all'inseguimento. Gli Ebrei dovevano allontanarsi il più in fretta possibile.
E’ ovvio che la via più veloce era per loro, in ogni caso, la grande pista carrabile e che dovettero incamminarvisi alla massima velocità consentita, che abbiamo visto essere di quattro giorni per ogni “giornata di cammino”: tre di marcia ed uno di sosta.
A questo punto conosciamo con certezza una notevole quantità di elementi relativi all'itinerario, ed è evidente che una ricostruzione fedele deve rispondere contemporaneamente a tutti. Gli elementi in nostro possesso sono:
- la data e il luogo di partenza (Pi-Ramses, il quindicesimo giorno del primo mese);
- la data e il luogo d'arrivo (Har Karkom, il primo giorno del terzo mese);
- la data ed il punto esatto dell'attraversamento del Mar Rosso (baia di Suez, l'ultimo giorno del mese);
- tre date intermedie (arrivo a Succot il ventunesimo giorno del primo mese; arrivo a Mara il terzo giorno del secondo mese; arrivo nel deserto di Sin il quindicesimo giorno del secondo mese);
- l'elenco di tutte le tappe, riportato da Numeri 33,7-15 (Pi-Ramses, Succot, Etham, Pi-ahirot, Mara, Elim, Mar di Canne, deserto di Sin, Dofca, Alus, Refidim, Sinai);
- la velocità e modalità di spostamento (tre giorni di marcia, ad una media giornaliera compresa fra i 13 e i 15 chilometri e un quarto giorno di sosta);
- le antiche piste della penisola sinaitica (in buona parte coincidenti con le strade moderne).
Con questi elementi l'itinerario dell'Esodo si deve poter ricostruire facilmente, giorno per giorno, in modo esatto e certo. Vediamolo.
vedi successivo:
Da Pi-Ramses al Mar Rosso
Foto aerea della Baia di Suez, attraversata dagli ebrei quindici giorni dopo l'uscita da Pi-Ramses.
Deserti e vie di comunicazione nella penisola del Sinai all'epoca dell'esodo e la vera posizione del Monte Horeb
L'itinerario dell'esodo
dal Mar Rosso al Monte Horeb
in perfetto accordo con l'itinerario di
3 Partirono da Ramses il primo mese, il quindici del primo mese. Il giorno dopo la pasqua, gli Israeliti uscirono a mano alzata, alla vista di tutti gli Egiziani,
5 Gli Israeliti partirono dunque da Ramses e si accamparono a Succot.
6 Partirono da Succot e si accamparono a Etam che è sull'estremità del deserto.
7 Partirono da Etam e piegarono verso Pi-Achirot, che è di fronte a Baal-Zefon, e si accamparono davanti a Migdol.
8 Partirono da Pi-Achirot, attraversarono il mare in direzione del deserto, fecero tre giornate di marcia nel deserto di Etam e si accamparono a Mara.
9 Partirono da Mara e giunsero ad Elim; ad Elim c'erano dodici sorgenti di acqua e settanta palme; qui si accamparono.
10 Partirono da Elim e si accamparono presso il Mar di Canne (Yam Suf).
11 Partirono dal Mar di Canne e si accamparono nel deserto di Sin.
12 Partirono dal deserto di Sin e si accamparono a Dofka.
13 Partirono da Dofka e si accamparono ad Alus.
14 Partirono da Alus e si accamparono a Refidim dove non c'era acqua da bere per il popolo.
15 Partirono da Refidim e si accamparono nel deserto del Sinai.