La descrizione di Esodo indica chiaramente che gli Ebrei hanno lavorato sulla base di un progetto molto accurato, dove erano annotate le misure di ogni singolo pezzo. I dati essenziali del progetto sono stati riportati con precisione sufficiente a ricostruire in dettaglio forma, dimensioni e funzioni dei componenti e la loro precisa collocazione, purché si parta dal presupposto che il tempio sia stato progettato e fabbricato a regola d'arte, da gente competente, che adottava le soluzioni tecniche più adeguate agli scopi, senza inutili sprechi.
In Esodo 26, 27, 28 e 30 vengono descritte le caratteristiche cui dovranno rispondere i vari componenti del tabernacolo, mentre in Esodo 36, 37, 38 e 39 vengono descritte le caratteristiche dei componenti realizzati. Le due descrizioni sono praticamente coincidenti. Nel seguito vengono riportati per comodità i dati del progetto prescritti nei primi capitoli.
Il tempio-tenda consiste essenzialmente di due parti distinte, il tabernacolo vero e proprio e il recinto; vengono poi dettate le caratteristiche di tutti gli oggetti che dovranno essere posizionati e utilizzati all’interno dell’uno e dell’altro.
Cominciamo con la descrizione delle pareti che racchiudono il Tabernacolo, non soltanto perché sono i primi componenti ad essere descritti, ma anche perché i dati che le riguardano sono precisi e completi e tali da rendere obbligata la pianta e le misure della tenda.
La parete è costituita da due strati, uno interno, decorativo, di lino fine ricamato a colori sgargianti; l’altro esterno, di lana grezza tessuta con pelo di capra, per la protezione dagli agenti esterni.
I piani costruttivi della parte interna del tabernacolo sono riportati in Esodo 26, 1-6:
1 Quanto
alla Dimora (Tabernacolo), la farai con dieci teli di bisso ritorto, di porpora
viola, di porpora rossa e di scarlatto. Vi farai figure di cherubini, lavoro
d'artista.
2 Lunghezza di un telo: ventotto cubiti; larghezza:
quattro cubiti per un telo; la stessa dimensione per tutti i teli.
3 Cinque
teli saranno uniti l'uno all'altro e anche gli altri cinque saranno uniti l'uno
all'altro.
4 Farai cordoni di porpora viola sull'orlo del
primo telo all'estremità della sutura; così farai sull'orlo del telo estremo
nella seconda sutura.
5 Farai cinquanta cordoni al primo telo
e farai cinquanta cordoni all'estremità della seconda sutura: i cordoni
corrisponderanno l'uno all'altro.
6 Farai cinquanta fibbie
d'oro e unirai i teli l'uno all'altro mediante le fibbie, così il tutto formerà
una sola Dimora.
Sulla base di queste prescrizioni non ci sono molte alternative.
La parete interna era formata da dieci teli di lino uguali fra loro, di 28 x 4 cubiti ciascuno. I teli erano legati cinque a cinque, in modo da formare due pezze lunghe ciascuna (28 x 5)=140 cubiti.
Le due pezze erano giuntate sul retro del Tabernacolo mediante cinquanta ganci, o fibbie, che si infilavano in altrettante asole ricavate ad una estremità di entrambe le pezze; in tal modo si otteneva un unico telo avente una lunghezza totale di 280 cubiti, le cui estremità venivano fissate alle colonne laterali dell'ingresso al Tabernacolo. L'ingresso era largo 20 cubiti, per cui il perimetro totale del Tabernacolo risultava di 300 cubiti (cioè un rettangolo di 50 x 100).
A parte le due colonne dell’ingresso, la parete non aveva sostegni; era ancorata, come vedremo fra poco, al telone di copertura della tenda.
Immediatamente all’esterno dei teli di lino c’era una copertura costituita da teli di stoffa più grossolana e resistente, fatta di lana di capra, descritta in Esodo 26, 7-11:
7
Farai poi teli di pelo di capra per costituire la tenda al di sopra della
Dimora. Ne farai undici teli.
8 Lunghezza di un telo: trenta
cubiti; larghezza: quattro cubiti per un telo. La stessa dimensione per gli undici
teli.
9 Unirai insieme cinque teli a parte e sei teli a parte.
Piegherai indietro il sesto telo raddoppiandolo sulla parte anteriore della
tenda.
10 Farai cinquanta cordoni sull'orlo del primo telo,
che è all'estremità della sutura, e cinquanta cordoni sull'orlo del telo della
seconda sutura.
11 Farai cinquanta fibbie di rame, introdurrai
le fibbie nei cordoni e unirai insieme la tenda; così essa formerà un tutto
unico.
Per la parete esterna erano stati fabbricati undici teli di tessuto di pelo di capra, uguali fra loro, di 30 x 4 cubiti ciascuno. Erano uniti in due pezze, rispettivamente di cinque e sei teli, giuntabili fra loro con cinquanta ganci, come quelle di lino, sul retro del Tabernacolo.
La lunghezza totale delle due pezze risultava così rispettivamente di 150 e 180 cubiti, per un totale di 330 cubiti. Delimitavano così un rettangolo di 50 per 115 cubiti, che circondava interamente il Tabernacolo, sopravanzandolo per 15 cubiti, in modo da formare un primo “cortile” antistante di 50 per 15 cubiti.
La parete esterna era anch’essa agganciata alla copertura, tranne, ovviamente, i 15 cubiti in eccedenza, che erano sostenuti dalle prime tre colonnine del cortile (distanti appunto 5 cubiti l'una dall'altra, come vedremo fra poco). L’estremità libera della pezza era sostenuta da 10 colonnine che dividevano il “cortile” antistante al tabernacolo in due parti, rispettivamente di 15 e di 85 cubiti (ovviamente per 50 di lato).
L’undicesimo telo aveva la funzione di aprire e chiudere l’accesso fra le due parti del cortile esterno, che risultava così di 30 cubiti. Quando, in ricorrenze particolari, l’accesso doveva essere chiuso il telo veniva ancorato alle colonnine trasversali centrali; per aprirlo era sufficiente ripiegare il telo su un lato, davanti al Tabernacolo, come specificato al versetto 9.
Il Velo era una cortina di lino ricamato che separava, all’interno del tabernacolo, il Santissimo dal Santo. Le caratteristiche sono riportate in Esodo 26, 31-33:
31 Farai il velo di porpora viola, di porpora rossa, di scarlatto e di
bisso ritorto. Lo si farà con figure di cherubini, lavoro di disegnatore.
32 Lo appenderai a quattro colonne di acacia, rivestite d'oro,
con uncini d'oro e poggiate su quattro basi d'argento.
33 Collocherai
il velo sotto le fibbie e là, nell'interno oltre il velo, introdurrai l'arca
della Testimonianza. Il velo sarà per voi la separazione tra il Santo e il
Santo dei santi.
Le misure del Velo non vengono riportate, né viene indicato se fosse diviso in più pezze unite fra loro. Per quanto riguarda le sue dimensioni possiamo soltanto fare delle ipotesi, legate allo svolgimento delle sue funzioni, che erano quelle di separare il Santo dal Santissimo e di impedire la visione dell’arca, senza comunque impedire la circolazione dell’aria fra i due settori. Poteva essere alto non meno di 5 o 6 cubiti e largo a sufficienza per chiudere completamente il Santissimo.
Era sorretto da quattro colonnine rivestite d’oro, che poggiavano su basette d’argento.
Anche la cortina posta a chiusura dell’ingresso al Tabernacolo viene descritta in maniera piuttosto sommaria (Es. 26,36-37 e 36,37-38):
36 Poi farai una cortina all'ingresso della tenda, di porpora viola e di
porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto, lavoro di ricamatore.
37 Farai per la cortina cinque colonne di acacia e le rivestirai
d'oro. I loro uncini saranno d'oro e fonderai per esse cinque basi di rame.
Non vengono fornite misure, né indicazioni se fosse formata da più pezze. Aveva, presumibilmente, una altezza non inferiore a 5 cubiti ed era lunga 40 cubiti. Era sorretta da cinque colonne di acacia: le due, poste al limite del tendone di copertura, a cui erano agganciate le estremità della parete interna di lino, più altre tre arretrate di 10 cubiti nell'interno del Tabernacolo, in modo da formare una specie di anticamera, nella quale era collocato un bacile per le abluzioni di rito prima di entrare nel Santo.
La struttura di sostegno del Tabernacolo è descritta in modo dettagliato e preciso (Es. 26,15-25 e 36,20-30), per cui la sua ricostruzione non lascia adito a dubbi, se non per quel che riguarda la loro esatta disposizione.
15 Poi farai per la Dimora le assi di legno di acacia, da porsi verticali.
16 Dieci cubiti la lunghezza di un'asse e un cubito e mezzo la
larghezza.
17 Ogni asse avrà due sostegni, congiunti l'uno
all'altro da un rinforzo. Così farai per tutte le assi della Dimora.
18 Farai dunque le assi per la Dimora: venti assi sul lato verso il
mezzogiorno, a sud.
19 Farai anche quaranta basi d'argento
sotto le venti assi, due basi sotto un'asse, per i suoi due sostegni e due basi
sotto l'altra asse per i suoi sostegni.
20 Per il secondo lato
della Dimora, verso il settentrione, venti assi,
21 come anche
le loro quaranta basi d'argento, due basi sotto un'asse e due basi sotto l'altra
asse.
22 Per la parte posteriore della Dimora, verso
occidente, farai sei assi.
23 Farai inoltre due assi per gli
angoli della Dimora sulla parte posteriore.
24 Esse saranno
formate ciascuna da due pezzi uguali abbinati e perfettamente congiunti dal
basso fino alla cima, all'altezza del primo anello. Così sarà per ambedue: esse
formeranno i due angoli.
25 Vi saranno dunque otto assi con le
loro basi d'argento: sedici basi, due basi sotto un'asse e due basi sotto
l'altra asse.
Si tratta di una struttura complessa, formata da ben 48 puntali di sostegno, segno evidente che dovevano supportare una copertura piuttosto pesante.
Ogni puntale era costituito da un telaio di legno d'acacia, di 10 cubiti di altezza per 1,5 di larghezza. I telai erano caricati di punta, dovevano essere robusti e nel contempo leggeri e maneggevoli. Erano costituiti ciascuno da due travetti lunghi 10 cubiti, collegati fra loro da spezzoni trasversali (versetto 17). Erano rivestiti con una lamina d'oro.
A metà altezza di ciascun puntale erano fissate due "cravatte", sempre in oro, attraverso cui passava una sbarra di collegamento. Alla base di ciascuno dei due travetti che formavano i puntali c'era un "gancio", che andava ad incastrarsi in un apposito alloggio di una basetta d’argento, poggiata sul terreno. In totale c’erano 96 basette d’argento.
I puntali erano disposti 20 per ogni lato del tabernacolo, in senso longitudinale, più 8 sul lato corto di fondo. I due puntali d'angolo erano identici ai primi come dimensioni, ma con spessore del travetto doppio, dovendo sopportare uno sforzo maggiore.
Non vengono riportate le distanze fra un puntale di sostegno e l’altro e neppure le distanze fra due file di puntali longitudinali e quella dei puntali di fondo dal lato estremo del tabernacolo. Le scelte possibili sono molte, ma in ogni caso il disegno generale non cambia, cubito più cubito meno: ci devono essere comunque due file parallele di puntali longitudinali che dividono il Santo in tre “navate”, una centrale piuttosto larga, con il soffitto piatto alto 10 cubiti, e due laterali ristrette con il soffitto spiovente fino ad un’altezza minima di 5 cubiti (vedremo fra poco il perché). Il Santissimo è delimitato dagli otto puntali di fondo e alcuni dei puntali longitudinali.
(Nella mia ricostruzione originale avevo disposto i puntali di sostegno come nella figura in alto, per cui il Santissimo veniva delimitato dai soli 8 puntali di fondo, disposti però in maniera leggermente difforme dalla descrizione. Successivamente, dopo aver scoperto l’impronta del tabernacolo sul terreno ad Har Karkom, ho potuto rilevare la disposizione esatta dei puntali, riportata nella figura successiva. È la disposizione che riporterò anche nelle piante successive.)
I 48 puntali della struttura di sostegno dovevano essere perfettamente allineati e collegati fra loro in modo da formare una struttura portante unica. A tale scopo erano state costruite 15 sbarre (sempre di legno rivestito da una lamina d’oro - Es. 26,26-29 e 36,30-34), che venivano fatte passare attraverso le “cravatte” fissate al centro di ciascuno dei telai di sostegno, per cui la sua ricostruzione non lascia adito a dubbi, se non nella loro esatta disposizione.
26 Farai inoltre traverse di legno di acacia: cinque per le assi di un
lato della Dimora
27 e cinque traverse per le assi dell'altro
lato della Dimora e cinque traverse per le assi della parte posteriore, verso
occidente.
28 La traversa mediana, a mezza altezza delle assi,
le attraverserà da una estremità all'altra.
29 Rivestirai
d'oro le assi, farai in oro i loro anelli, che serviranno per inserire le
traverse, e rivestirai d'oro anche le traverse.
Erano previste 5 sbarre su ognuno dei due lati longitudinali (una sbarra ogni 4 puntali) e 5 sbarre sul lato di fondo, che dovevano collegare i puntali di fondo fra loro e a quelli di entrambi i lati. Ciascuna sbarra doveva avere alle estremità incastri per agganciarsi in modo rigido l'una all'altra.
Gli 8 puntali di fondo (e relative sbarre di collegamento) con i primi 4 puntali delle file longitudinali delimitavano uno spazio, chiuso sul davanti dal Velo, al cui centro era posta l’arca dell’alleanza. Era questo il Santo dei Santi (o Santissimo) vero e proprio, che aveva il soffitto piatto.
Tutto intorno al Santissimo c’era uno spazio, a soffitto spiovente, adibito probabilmente a ripostiglio e alloggio di sacerdoti di servizio, che non potevano certo mancare all’interno del santuario.
Ricordiamo infine, anche se non facevano parte della struttura portante vera e propria, alcuni elementi che svolgevano la funzione di ancoraggio per tendaggi vari:
- le 4 colonnine di acacia, di altezza non dichiarata, rivestite d'oro che sostenevano il Velo, con relative basette d’argento
- le 5 colonnine di legno d'acacia, decorate con fregi d'argento e relativo piedestalli di rame, che sorreggevano la cortina che chiudeva l’accesso al Tabernacolo. Erano alte probabilmente 10 cubiti, come i puntali di sostegno, e fissate alla copertura e sorrette da tiranti posti sul davanti del Tabernacolo. Ad esse erano agganciate anche le estremità della parete interna in lino ricamato.
- infine non vanno dimenticati cavicchi e picchetti di dimensioni e numero imprecisato, per ancorare i tiranti che tendevano la copertura e fissare al terreno la parete esterna di pelo di capra.
Nella Bibbia viene descritta in maniera sommaria, pur essendo da un punto di vista tecnico fra i componenti più importanti dell'intera costruzione. In Esodo 26,14 si dice soltanto:
Farai per la tenda una copertura di
pelli di montone tinte di rosso e una copertura di pelli di takash al di sopra
a cui va certamente aggiunto anche il versetto precedente
Il cubito in eccedenza da una parte, come il cubito in eccedenza dall'altra parte, nel senso della lunghezza dei teli della tenda, ricadranno sui due lati della Dimora per coprirla da una parte e dall'altra.
L'indicazione è vaga e può dare adito a confusioni, se non si tiene conto delle esigenze costruttive, di trasporto e di montaggio del Tabernacolo e del numero e della disposizione dei puntali di sostegno. Ragionando in termini tecnici, però, è possibile ricostruire la copertura con un margine di errore esiguo.
Innanzi tutto non poteva essere costituita da due distinti teloni sovrapposti. Per una tenda di queste dimensioni non ha senso fare una copertura doppia (il suo scopo sarebbe unicamente di isolamento termico, ma allora i due teloni avrebbero dovuto essere distanziati fra loro, cosa impossibile con il progetto descritto; senza contare il fatto che il peso sarebbe stato eccessivo, il montaggio difficoltoso e lo spreco di materiale inammissibile).
Il significato delle parole “una copertura di pelli di takash[1] al di sopra” si capisce immediatamente quando si passa ai particolari costruttivi. La copertura era certamente formata da più teli uniti fra loro, che poggiavano sui puntali di sostegno e venivano saldamente ancorati a terra, ai lati e sul retro del Tabernacolo, mediante larghe fasce di cuoio tese tiranti e picchetti (per i dettagli costruttivi vedi: Pesi e misure del Tabernacolo - Pelli di montone e pelli di takas).
Ad un cubito dal bordo esterno, le pezze che formavano la copertura erano agganciate a dei tiranti ancorati al terreno, mediante picchetti. Il cubito eccedente pendeva sul fianco del Tabernacolo (vedi versetto 26,13), e ad esso erano legate le pareti di lino ricamato all'interno e di tessuto di pelo caprino all'esterno, che formavano le pareti esterne del Tabernacolo. L’altezza di quest’ultimo ai bordi, pertanto, doveva essere di 5 cubiti.
Il telone di copertura, si è detto, non poteva essere costituito da un unica enorme pezza, ma da un certo numero di teli, di dimensioni ragionevoli, che venivano giuntati fra loro dopo la messa in opera. Tenuto conto dello spiovente, la larghezza totale del telone doveva essere di 54 cubiti, a cui va aggiunto il cubito di sopravanzo da ciascun lato; in totale, quindi, era largo 56 cubiti.
La copertura era suddivisa in due settori: uno sostenuto dai quaranta puntali allineati in doppia fila in senso longitudinale e l'altro sostenuto dagli otto puntali di fondo.
Veduta in trasparenza del tempio-tenda di Mosè, con l’intera struttura di sostegno
La descrizione del cortile è abbastanza precisa (Es. 27,9-19 e 38,9-20):
9 Farai
poi il recinto della Dimora. Sul lato meridionale, verso sud, il recinto avrà
tendaggi di bisso ritorto, per la lunghezza di cento cubiti sullo stesso lato.
10 Vi saranno venti colonne con venti basi di rame. Gli uncini
delle colonne e le loro aste trasversali saranno d'argento.
11 Allo
stesso modo sul lato rivolto a settentrione: tendaggi per cento cubiti di
lunghezza, le relative venti colonne con le venti basi di rame, gli uncini
delle colonne e le aste trasversali d'argento.
12 La larghezza del
recinto verso occidente avrà cinquanta cubiti di tendaggi, con le relative
dieci colonne e le dieci basi.
13 La larghezza del recinto sul lato
orientale verso levante sarà di cinquanta cubiti:
14 quindici
cubiti di tendaggi con le relative tre colonne e le tre basi alla prima ala;
15 all'altra ala quindici cubiti di tendaggi, con le tre colonne e
le tre basi.
16 Alla porta del recinto vi sarà una cortina di venti
cubiti, lavoro di ricamatore, di porpora viola, porpora rossa, scarlatto e
bisso ritorto, con le relative quattro colonne e le quattro basi.
17 Tutte le colonne intorno al recinto saranno fornite di aste trasversali
d'argento: i loro uncini saranno d'argento e le loro basi di rame.
18 La lunghezza del recinto sarà di cento cubiti, la larghezza di
cinquanta, l'altezza di cinque cubiti; di bisso ritorto, con le basi di rame.
19 Tutti gli arredi della Dimora per tutti i suoi servizi e tutti i
picchetti come anche i picchetti del recinto saranno di rame.
La descrizione è precisa per quel che riguarda il numero delle colonnine a cui erano appesi i teli che circondavano il cortile, ma non per quel che riguarda la loro esatta disposizione. Inoltre la lunghezza dei teli di lino che erano appesi alle colonnine non torna affatto con il modello che ipotizza un cortile che circonda interamente il Tabernacolo. La lunghezza totale dei teli, infatti, è di 220 cubiti: mancano 80 cubiti per chiudere il rettangolo.
Nel modello di tipo egizio, con il cortile posto a prolungamento del tabernacolo, invece, questi dati tornano perfettamente. I 15 cubiti del cortile interno sono circondati dai teli di pelo di capra, come pure i 50 cubiti che dividono i due cortili. Il testo dice che il cortile era circondato da due teli di 100 cubiti ciascuno, uno per lato. Partivano, quindi, dal cortile interno (15 cubiti), chiudevano i due lati esterni per i rimanenti 85 cubiti e chiudevano il lato estremo per 15 cubiti da ciascuna parte. Rimanevano al centro 20 cubiti, chiusi da un telo di bisso ritorto, lavoro di ricamatore, di porpora viola, porpora rossa e scarlatto: una tenda perfetta per l’ingresso al complesso templare.
Il Cortile interno era
separato da quello esterno da una fila di 11 colonnine (distanziate
l’una dall’altra di 5 cubiti), due delle quali appartenevano alle file
di 20 colonnine poste ai lati del cortile. Nella parte frontale, invece, c’erano in tutto 13 colonnine:
4 a ciascuna estremità, a cui erano appesi i 15 cubiti finali dei
teli laterali da 100 cubiti.
Il telo d’ingresso era appeso a 5 colonnine leggermente arretrate, per consentire l’ingresso della gente (il testo, in questo punto, presenta una lieve discrepanza, dovuta probabilmente ad una maldestra correzione successiva: la distanza fra le colonnine era di 5 cubiti; pertanto per un telo di 20 cubiti erano necessarie 5 colonnine, non 4). In questo modo il numero totale delle
colonnine che circondavano il cortile risulta di 60.
C’è da notare che nel modello in cui il cortile circonda completamente il Tabernacolo non è possibile avere 60 colonnine, se si dispongono 20 sui lati lunghi e 10 su quelli corti, come si deve necessariamente presumere. In tal caso, infatti, il numero totale delle colonnine risulta essere soltanto di 56. Il testo, invece, insiste a più riprese che le colonnine del cortile erano 60, ciascuna fatta di legno di acacia, alta 5 cubiti, con decorazioni e ganci d’argento e appoggiata su una basetta di bronzo del peso di 1 kikkar (60 kikkar in tutto).
Il cortile serviva per le adunanze del popolo. Nel sagrato antistante accedevano gli animali destinati al sacrificio, inservienti e sacerdoti. Nel Santo potevano accedere soltanto i sacerdoti e nel Santissimo il sommo sacerdote.
Gli arredi e utensili del tempio tenda erano disposti come descritto nel capitolo successivo e mostrato nella seguente figura.
Pianta completa del tempio-tenda di Mosè, con l’indicazione
dei suoi vari componenti
e della posizione di tutti gli arredi
Vista complessiva del tempio-tenda fatto costruire da Mosè ai piedi del Monte Sinai
Vista frontale laterale del tempio-tenda nel suo complesso
Modello in scala del tempio-tenda di Mosè, costruito dal sottoscritto
Vedi seguito: Arredi e utensili del tabernacolo
[1] Il significato della parola “takash” non è chiaro. La radice araba della parola significa “delfino”; la radice corrispondente dell’antico egizio (ths) significa “pelle, cuoio”. L’incertezza della radice ha dato luogo ad una ridda di traduzioni diverse, fra cui: tasso, delfino, foca, marsovino, vitello, vitello marino, cuoio fine, cuoio e altro ancor (perfino unicorno). La cosa certa, comunque è che si trattava di cuoio resistente, probabilmente bovino
Vedi :
Pesi e misure del Tabernacolo
Montaggio e trasporto del Tabernacolo
L'impronta del Tabernacolo
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