Si era agli inizi del 1183 a.C., “nelle steppe di Moab, presso il Giordano, di fronte a Gerico” (Nm.31,12).
Poco fuori dal campo di Sittim, dove Israele era attendato, Mosè, in preda ad un accesso d’ira, redarguiva aspramente i capi di un contingente di armati che rientravano allora da una delicata missione militare:
“Avete lasciato in vita tutte le femmine?” urlava, “Furono esse, per i figli di Israele, a stornarli da Jahweh, a causa di Peor, e furono un flagello nella comunità di Israele. E ora uccidete ogni maschio tra i bambini e uccidete tutte le donne che conoscono uomo, per aver dormito con un maschio. Tutte le ragazze che non hanno conosciuto il letto di un maschio, le farete vivere per voi.
Il capo della spedizione militare cui era diretta la sfuriata era Fineas, primogenito di Eleazaro, nominato gran sacerdote alla morte del padre Aronne, avvenuta qualche mese prima sul monte Hor (Nm. 20, 23-29). E l’oggetto degli ordini di Mosé erano donne e bambini madianiti, presi prigionieri nel corso della spedizione che si stava concludendo allora.
La spedizione era stata ordinata dallo stesso Mosè a seguito di un misterioso episodio accaduto non molto lontano da lì, a Peor:
“Uno dei figli d’Israele venne e condusse ai suoi fratelli una donna madianita, sotto gli occhi di Mosè e di tutta la comunità degli Israeliti, mentre essi stavano piangendo all’ingresso della tenda del convegno. Vedendo ciò, Fineas, figlio di Eleazaro, figlio del sacerdote Aronne, si alzò dal mezzo della comunità e prese nella sua mano una lancia. Seguì l’israelita nell’alcova e trafisse ambedue, l’israelita e la donna, nel basso ventre…
Il nome dell’israelita colpito, che fu colpito con la madianita, era Zimri, figlio di Salu, principe di una casa paterna di Simeone. E il nome della donna madianita colpita era Cozbi, figlia di Sur: era il capo di clan di una casa paterna in Madian.(Nm. 25, 6-18)”
Il motivo per l’efferata esecuzione dei due malcapitati è tutt’altro che chiaro. La Bibbia dice soltanto che a causa “dell’affare di Peor e l’affare di Cozbi” un non meglio specificato flagello aveva colpito Israele, che cessò non appena i due furono uccisi.
Gli esegeti, che interpretano la Bibbia sempre in chiave religiosa, ipotizzano pressoché concordi che l’affare di Cozbi fosse una faccenda di idolatria. In altre parole la donna si sarebbe macchiata dell’imperdonabile colpa di aver traviato l’israelita, inducendolo a sacrificare ai propri dèi. A questa conclusione sono “invitati” proprio dai due versetti di apertura di Num.25, il capitolo che parla della faccenda di Cozbi:
“Israele dimorò a Sittim, e il popolo cominciò a prostituirsi alle figlie di Moab. Esse chiamavano il popolo ai sacrifici dei loro dèi, e il popolo mangiava e adorava i loro dei.”
Questi versetti molto probabilmente sono redazionali, aggiunti da qualcuno volonteroso di suggerire una spiegazione logica agli atroci avvenimenti narrati in quel capitolo. Con il risultato, peraltro, di mettere in evidenza proprio il fatto che l’ipotesi dell’idolatria non regge. Cozbi, infatti, non era moabita, ma madianita.
I madianiti discendevano da Madian, figlio di Abramo e di Cheturà (Gn.25,1), e avevano quindi la stessa origine di Israele. Nella Bibbia non viene mai neppure adombrata l’idea che essi fossero idolatri. Anzi, a quanto pare i madianiti erano dediti al culto di Jahweh assai prima che lo fossero gli israeliti. Il monte Horeb, infatti, il monte sacro a Jahweh, era in territorio madianita. Ed è proprio durante il suo esilio nel Sinai, presso i madianiti, che Mosè sale per la prima volta sul monte e viene investito da Jahweh della missione di riportare il popolo eletto alla terra promessa.
Che non esistessero preclusioni religiose nei confronti dei madianiti è dimostrato dal fatto che Mosè per primo aveva sposato una madianita, Zippora, da cui aveva avuto i suoi due figli, Ghersom ed Eliezer. E’ verosimile che altri israeliti abbiano seguito il suo esempio durante i “quaranta” anni di permanenza nel deserto, spesi in gran parte in territorio madianita. Cozbi, infatti, certamente non era una prostituta, come i versetti all’inizio del capitolo sembrano voler suggerire. Era una donna di alto rango, figlia di un capo tribù, Sur, e quindi senza dubbio vera e propria moglie di Zimri.
D’altra parte è certo che alcuni madianiti seguirono Israele nella loro avventura palestinese. Obab, infatti, figlio di Ietro e cognato di Mosè, ricevette una sua parte di eredità in Palestina (Gdc. 1,16;4,11). Ed era stato invitato dallo stesso Mosè ad unirsi ad Israele (Nm.10, 29-32).
L’accusa di aver istigato Zimri all’idolatria, quindi, non ha senso nel caso di Cozbi. D’altra parte, però, la Bibbia attribuisce il non meglio specificato flagello che avrebbe colpito Israele a Peor ad una misteriosa colpa commessa proprio dai due malcapitati coniugi. Infatti il flagello si arresta non appena entrambi, Zimri e Cozbi, e soltanto loro due, vengono uccisi da Fineas.
Questo flagello, che non si capisce bene in cosa consista, ha tutta l’aria di essere una scusa per giustificare l’esecuzione dei due, entrambi colpevoli di non si sa bene cosa, ma comunque di un peccato grave al punto da meritare la morte. Anzi, molto di più, perché Mosè ritenne necessario, a causa di esso, di sterminare anche l’intera tribù cui Cozbi apparteneva.
Un’azione che non ha precedenti e non trova giustificazione secondo la logica biblica, che fa ricadere le colpe dei padri sui figli, non viceversa. Subito dopo l’eccidio di Peor, Mosè inviò il giovane Fineas, con un forte gruppo di armati, indietro di dove erano venuti, in territorio madianita, con l’incarico di sterminare l’intera tribù di Madianiti.
“Mosè li inviò, mille per tribù, nell’esercito e con loro Fineas, figlio del sacerdote Eleazaro, con in mano gli oggetti sacri e le trombe per l’acclamazione.perché avevano risparmiato donne e bambini, e ordinò, come abbiamo visto in apertura del capitolo, che venissero uccisi sul posto.
Mossero l’esercito contro Madian, come Jahweh aveva ordinato a Mosè, e uccisero tutti i maschi. Oltre ai loro colpiti, uccisero i re di Madian: Evi, Reqem, Sur (padre di Cozbi), Hur e Reba, i cinque re di Madian… Poi i figli d’Israele fecero schiave le donne di Madian, i loro bambini, fecero razzia dei loro animali, dei loro greggi e del loro capitale.
Incendiarono le loro città, dove abitavano, e i loro recinti; presero tutto il bottino e la preda in uomini e animali, e fecero venire a Mosè, al sacerdote Eleazaro , e alla comunità dei figli d’Israele, i prigionieri, la preda, il bottino, nell’accampamento, nelle steppe di Moab, che si trova presso il Giordano di Gerico.
Mosè, il sacerdote Eleazaro e tutti i capi della comunità uscirono incontro a loro, fuori dell’accampamento. Mosè si arrabbiò contro i comandanti dell’esercito ”,
Che l’eccidio sia da collegarsi a qualcosa commesso da Cozbi è testimoniato proprio dalle parole di Mosè:
“Avete lasciato in vita tutte le femmine? Furono esse, per i figli di Israele, a stornarli da Jahweh, a causa di Peor.”E a Peor, come si è visto, l’unica donna ad essere stata messa a morte era stata proprio lei, Cozbi, colpevole di una “colpa” talmente grave da condannare non solo se stessa, ma anche l’intera sua tribù, donne e bambini compresi. Cosa mai poteva aver fatto?
Fu meditando su questo sterminio efferato, apparentemente privo di giustificazione, che cominciò a prendere forma nella mia mente la soluzione ad uno dei più appassionanti misteri della storia e lentamente, inconsapevolmente mi trovai trascinato in una impresa che soltanto pochi mesi prima avrei giudicato non dico ambizioso, ma del tutto folle per chiunque anche soltanto il sognarla: la ricerca della tomba di Mosè.
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