Tutti gli oggetti che trovavano posto nel Tabernacolo sono descritti in maniera precisa e dettagliata in Esodo e Numeri. Per la loro ricostruzione è molto importante tener presente che la misura del cubito di Mosè, rilevata sull’impronta ad Har Karkom, era di 29,2 centimetri e non di 45 come si è sempre ritenuto. La loro dimensione quindi deve essere ridotta di un buon 30%, per cui risultano molto più a misura d’uomo e del tutto idonei all’impiego cui erano destinati.
A parte le vesti dei sacerdoti, anch’esse descritte in dettaglio, i principali oggetti del tempio-tenda erano:
Era l’oggetto più importante del tabernacolo, costruito intorno ad essa. È descritta in dettaglio in Esodo 25,10-22 e 37,1-9:
10 Faranno dunque un'arca di
legno di acacia: avrà due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di
larghezza, un cubito e mezzo di altezza.
11 La rivestirai d'oro puro: dentro e fuori la rivestirai e le farai intorno un
bordo d'oro.
12 Fonderai per essa quattro anelli d'oro e li fisserai ai suoi quattro piedi:
due anelli su di un lato e due anelli sull'altro.
13 Farai stanghe di legno di acacia e le rivestirai d'oro.
14 Introdurrai le stanghe negli anelli sui due lati dell'arca per trasportare
l'arca con esse.
15 Le stanghe dovranno rimanere negli anelli dell'arca: non verranno tolte di
lì.
16 Nell'arca collocherai la Testimonianza che io ti darò.
17 Farai il coperchio, o propiziatorio, d'oro puro; avrà due cubiti e mezzo di
lunghezza e un cubito e mezzo di larghezza.
18 Farai due cherubini d'oro: li farai lavorati a martello sulle due estremità
del coperchio.
19 Fa' un cherubino ad una estremità e un cherubino all'altra estremità. Farete
i cherubini tutti di un pezzo con il coperchio alle sue due estremità.
20 I cherubini avranno le due ali stese di sopra, proteggendo con le ali il
coperchio; saranno rivolti l'uno verso l'altro e le facce dei cherubini saranno
rivolte verso il coperchio.
21 Porrai il coperchio sulla parte superiore dell'arca e collocherai nell'arca
la Testimonianza che io ti darò.
Sull’arca dell’alleanza e i suoi presunti straordinari poteri si è detto di tutto e di più. La meno fantasiosa di queste ipotesi, forse, è quella che ne fa un condensatore di incredibile potenza, dal momento che era costituita da due lamine di oro, metallo conduttore, con interposto un isolante[1].
In realtà, come risulta dalla descrizione, era un semplice bauletto di legno, rivestito all’interno e all’esterno con una lamina d’oro, di dimensioni (75 x 45 x 45 cm) non molto diverse da quelle di analoghi bauletti egizi, destinati a contenere oggetti preziosi, come ad esempio i due ritrovati nella tomba di Tutankamon:
L’arca di Mosè doveva assomigliare più al bauletto di destra, dotato di piedini, con l’aggiunta di 4 anelli d’oro entro cui erano fatte passare due barre di legno per facilitare il trasporto.
La maggior parte delle innumerevoli immagini dell’arca che si trovano nella letteratura e in internet, però, raffigurano l’arca senza piedini e con le stanghe del trasporto fissate appena sotto il coperchio.
Altre sono più aderenti alla descrizione, come quelle di seguito riportate, da cui ognuno può trarre ispirazione per farsi un’idea personale dell’oggetto.
L’arca era posta nel Santissimo e al suo interno erano conservate le leggi dettate da Mosè.
Dimensioni reali: 73 cm di lunghezza, 44 cm di larghezza e 44 cm di altezza (vedi: Pesi e misure impiegati nella costruzione del tempio-tenda).
Viene descritto in Es.25,23-30 e 37,10-16:
23 Farai una tavola di legno di
acacia: avrà due cubiti di lunghezza, un cubito di larghezza, un cubito e mezzo
di altezza.
24 La rivestirai d'oro puro e le farai intorno un bordo d'oro.
25 Le farai attorno una cornice di un palmo e farai un bordo d'oro per la
cornice.
26 Le farai quattro anelli d'oro e li fisserai ai quattro angoli che
costituiranno i suoi quattro piedi.
27 Gli anelli saranno contigui alla cornice e serviranno a inserire le stanghe
destinate a trasportare la tavola.
28 Farai le stanghe di legno di acacia e le rivestirai d'oro; con esse si
trasporterà la tavola.
29 Farai anche i suoi accessori, piatti, coppe, anfore e tazze per le
libazioni: li farai d'oro puro.
30 Sulla tavola collocherai i pani dell'offerta: saranno sempre alla mia presenza.
Il tavolo dei pani era collocato nella navata destra (spalle all’ingresso) del Santo, di fronte ad un varco dei puntali di sostegno. Poche le immagini che si trovano nella letteratura e in internet. Dall’impronta sul terreno non è escluso che la base fosse quadrata e più simile all’illustrazione di destra che non a quella di sinistra.
Le dimensioni: circa 60 x 30 cm il ripiano, 44 cm l’altezza.
Viene descritto in Es.30,1-10 e 37,25-29:
1 Farai poi un altare sul quale
bruciare l'incenso: lo farai di legno di acacia.
2 Avrà un cubito di lunghezza e un cubito di larghezza, sarà cioè quadrato;
avrà due cubiti di altezza e i suoi corni saranno tutti di un pezzo.
3 Rivestirai d'oro puro il suo piano, i suoi lati, i suoi corni e gli farai
intorno un bordo d'oro.
4 Farai anche due anelli d'oro al di sotto del bordo, sui due fianchi,
ponendoli cioè sui due lati opposti: serviranno per inserire le stanghe
destinate a trasportarlo.
5 Farai le stanghe di legno di acacia e le rivestirai d'oro.
6 Porrai l'altare davanti al velo che nasconde l'arca della Testimonianza, di
fronte al coperchio che è sopra la Testimonianza, dove io ti darò convegno.
7 Aronne brucerà su di esso l'incenso aromatico: lo brucerà ogni mattina quando
riordinerà le lampade
8 e lo brucerà anche al tramonto, quando Aronne riempirà le lampade: incenso
perenne davanti al Signore per le vostre generazioni.
9 Non vi offrirete sopra incenso estraneo, né olocausto, né oblazione; né vi
verserete libazione.
10 Una volta all'anno Aronne farà il rito espiatorio sui corni di esso: con il
sangue del sacrificio per il peccato vi farà sopra una volta all'anno il rito
espiatorio per le vostre generazioni. È cosa santissima per il Signore».
Era collocato al centro del Santo, di fronte all’arca, che si trovava dall’altro lato del Velo. Le dimensioni erano di circa 30 x 30 cm di base e 60 cm d’altezza, 30% più piccole di quelle rappresentate nelle seguenti illustrazioni.
È descritto in Es. 25,31-40 e 37,15-24:
31 Farai anche un candelabro
d'oro puro. Il candelabro sarà lavorato a martello, il suo fusto e i suoi
bracci; i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutti di un pezzo.
32 Sei bracci usciranno dai suoi lati: tre bracci del candelabro da un lato e
tre bracci del candelabro dall'altro lato.
33 Vi saranno su di un braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con
bulbo e corolla e così anche sull'altro braccio tre calici in forma di fiore di
mandorlo, con bulbo e corolla. Così sarà per i sei bracci che usciranno dal
candelabro.
34 Il fusto del candelabro avrà quattro calici in forma di fiore di mandorlo,
con i loro bulbi e le loro corolle:
35 un bulbo sotto i due bracci che si dipartano da esso e un bulbo sotto gli
altri due bracci e un bulbo sotto i due altri bracci che si dipartano da esso;
così per tutti i sei bracci che escono dal candelabro.
36 I bulbi e i relativi bracci saranno tutti di un pezzo: il tutto sarà formato
da una sola massa d'oro puro lavorata a martello.
37 Farai le sue sette lampade: vi si collocheranno sopra in modo da illuminare
lo spazio davanti ad esso.
38 I suoi smoccolatoi e i suoi portacenere saranno d'oro puro.
39 Lo si farà con un talento di oro puro, esso con tutti i suoi accessori.
Non vengono fornite le misure, ma soltanto il peso: un talento (circa 3 kg. d’oro). Doveva essere quindi molto più piccolo del candelabro catturato dai romani nella distruzione del Tempio e rappresentato sull’arco di trionfo di Tito (illustrazione a destra). A sinistra un’immagine ispirata alla rappresentazione romana ed una stilizzata.
Il candelabro era collocato su un masso che si trovava al centro della navata di sinistra (spalle all’ingresso) del Santo, di fronte ad un varco nella fila dei puntali di sostegno, dirimpetto al tavolino dei pani, sul lato opposto.
Vengono menzionati in Es. 25,29 e in vari altri passi, dove si dice soltanto che erano d’oro puro:
29 Farai anche i suoi accessori, piatti, coppe,
anfore e tazze per le libazioni: li farai d'oro puro.
È descritto in Es.30,17-21 e 38,8:
18 «Farai una conca di rame con
il piedestallo di rame, per le abluzioni; la collocherai tra la tenda del
convegno e l'altare e vi metterai acqua.
19 Aronne e i suoi figli vi attingeranno per lavarsi le mani e i piedi.
20 Quando entreranno nella tenda del convegno, faranno una abluzione con
l'acqua, perché non muoiano; così quando si avvicineranno all'altare per
officiare, per bruciare un'offerta da consumare con il fuoco in onore del
Signore,
21 si laveranno le mani e i piedi e non moriranno. È una prescrizione rituale
perenne per lui e per i suoi discendenti, in tutte le loro generazioni».
Era posizionato all’ingresso del tabernacolo, sul lato sinistro del piccolo atrio antistante, da dove si accedeva al Santo (sul lato destro dell’atrio non c’erano passaggi ripuliti dai ciottoli, segno che non era transitabile).
Il bacile era costituito da una conca montata su una base tonda, più o meno come nelle illustrazioni riportate.
Dopo l’arca era l’oggetto più importante del Tabernacolo. È descritto in Es.27,1-5 e 38,1-7:
1 Farai l'altare di legno di
acacia: avrà cinque cubiti di lunghezza e cinque cubiti di larghezza. L'altare
sarà quadrato e avrà l'altezza di tre cubiti.
2 Farai ai suoi quattro angoli quattro corni e saranno tutti di un pezzo. Lo
rivestirai di rame.
3 Farai i suoi recipienti per raccogliere le ceneri, le sue pale, i suoi vasi
per la aspersione, le sue forchette e i suoi bracieri. Farai di rame tutti
questi accessori.
4 Farai per esso una graticola di rame alle sue quattro estremità.
5 La porrai sotto la cornice dell'altare, in basso: la rete arriverà a metà
dell'altezza dell'altare.
6 Farai anche stanghe per l'altare: saranno stanghe di legno di acacia e le
rivestirai di rame.
7 Si introdurranno queste stanghe negli anelli e le stanghe saranno sui due
lati dell'altare quando lo si trasporta.
8 Lo farai di tavole, vuoto nell'interno: lo si farà come ti fu mostrato sul
monte.
Era un cassone di legno, quasi certamente senza fondo. Era rivestito in rame, almeno all’interno. Era munito come al solito di stanghe, per il trasporto.
Non è chiaro dove venisse acceso il fuoco; sembra improbabile che venisse acceso all’interno dell’altare, perché il rame era una ben povera protezione per il legno con cui era a contatto. È più verosimile che il fuoco venisse acceso in bracieri a parte e poi le braci ardenti poste sulla griglia o su una rete sottostante.
Dimensioni: 146 cm di lunghezza e 146 di larghezza; altezza 88 cm circa. Era posto esattamente al centro del cortiletto antistante la tenda (il sagrato), di fronte all’ingresso. Sul lato sinistro (fronte all’ingresso) era posto un masso, su cui il sacerdote addetto ad arrostire le carni saliva, per raggiungerle più facilmente.
Alcune immagini dell’altare degli olocausti, con i relativi utensili e la graticola, quasi certamente un pezzo separato.
Non ci sono descrizioni di questo oggetto, ma la sua esistenza si deduce da vari elementi.
Per guidare gli ebrei durante l’esodo Mosè aveva utilizzato un braciere che sprigionava una densa colonna di fumo durante il giorno e una fiamma visibile da lontano di notte. La sua posizione indicava agli uomini, sparsi per chilometri all’intorno, la testa della colonna in marcia e il centro del campo durante le soste, così tutti, per quanto lontani, avevano un riferimento ben preciso.
Mosè non poteva essersi disfatto di quell’oggetto. Doveva averlo posizionato da qualche parte nel cortile del tempio-tenda, probabilmente nel sagrato, alla destra (faccia all’ingresso) dell’altare. Il fumo che sprigionava indicava la posizione del tabernacolo agli uomini accampati intorno al monte o intenti a pascolare il bestiame.
Negli spostamenti il braciere tornava a svolgere la sua funzione di guida. Tutto ciò si deduce con sufficiente attendibilità da 40,34-38, Num.9,15-23e altri passi simili:
15 Nel giorno
in cui la Dimora fu eretta, la nube coprì la Dimora, ossia la tenda della
testimonianza; alla sera essa aveva sulla Dimora l'aspetto di un fuoco che
durava fino alla mattina.
16 Così avveniva sempre: la nube copriva la Dimora e di notte aveva l'aspetto
del fuoco.
17 Tutte le volte che la nube si alzava sopra la tenda, gli Israeliti si
mettevano in cammino; dove la nuvola si fermava, in quel luogo gli Israeliti si
accampavano.
18 Gli Israeliti si mettevano in cammino per ordine del Signore e per ordine
del Signore si accampavano; rimanevano accampati finché la nube restava sulla
Dimora.
19 Quando la nube rimaneva per molti giorni sulla Dimora, gli Israeliti
osservavano la prescrizione del Signore e non partivano.
20 Se la nube rimaneva pochi giorni sulla Dimora, per ordine del Signore
rimanevano accampati e per ordine del Signore levavano il campo.
21 Se la nube si fermava dalla sera alla mattina e si alzava la mattina, subito
riprendevano il cammino; o se dopo un giorno e una notte la nube si alzava,
allora riprendevano il cammino.
22 Se la nube rimaneva ferma sulla Dimora due giorni o un mese o un anno, gli
Israeliti rimanevano accampati e non partivano: ma quando si alzava, levavano
il campo.
23 Per ordine del Signore si accampavano e per ordine del Signore levavano il
campo; osservavano le prescrizioni del Signore, secondo l'ordine dato dal
Signore per mezzo di Mosè
Il braciere, inoltre, doveva svolgere un’altra funzione essenziale: quella di produrre le braci che dovevano essere poste al centro dell’altare, sotto la graticola, per cuocere le carni del sacrificio. È alquanto improbabile, infatti, che il fuoco venisse acceso direttamente dentro l’altare.[2]
La disposizione dei vari oggetti nel tabernacolo e nel cortiletto antistante
Vedi seguito: Pesi e misure
[1] I sostenitori del potere micidiale dell’arca lo giustificano sulla base dei due versetti 1 Cronache 14, 9-10: “.. Uzza stese la mano per trattenere l’arca, perché i buoi la facevano barcollare. Ma l’ira del Signore divampò contro Uzza e lo colpì … così egli morì lì davanti al Signore.” Molto probabilmente il pover’uomo morì di infarto, per lo sforzo di impedire che l’arca cadesse a terra. Non si trattava infatti della piccola arca originale costruita da Mosè, ma di un baule molto più grande e pesante
[2] Il perché la descrizione del braciere sia stata omessa è intuibile. In Esodo 13, 21-22 viene affermato che la colonna di fumo e di fuoco che guidava gli ebrei durante la marcia era prodotta direttamente dal Signore. Se nella descrizione del tempio-tenda si fosse affermato che era prodotta invece da un braciere, avrebbe contraddetto l’affermazione precedente, cosa non accettabile per il redattore (o chi comunque ha ricopiato il Pentateuco). Sempre della stessa colonna di fumo e di fuoco si tratta, ma in questo caso non si parla apertamente di miracolo.
Vedi :
Piani costruttivi del Tabernacolo
Montaggio e trasporto del Tabernacolo
L'impronta del Tabernacolo
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