Non tutti i familiari e sudditi di Esaù lo seguirono a Seir: una parte della sua gente certamente se ne andò nella direzione opposta, nella Palestina centrale, trovando asilo presumibilmente presso principi di origine mitanni ex alleati di Esaù, come il già nominato Abdi-Khepa, signore di Salem (Gerusalemme), o Birashshena, altro ariano signore di Sichem (ritroveremo Giacobbe proprio a Sichem , dove acquista un terreno per stabilirsi). La dimostrazione di quanto sopra è costituita da fatto che Debora "nutrice" di Rebecca, si ricongiunse con Giacobbe subito dopo il suo ritorno in Palestina, certamente insieme ad altra gente.
E' significativo il fatto che Debora fosse una persona legata a Rebecca; questa circostanza ci consente di trarre qualche deduzione non del tutto infondata su quel che fece Rebecca dopo la partenza del figlio prediletto. Rebecca era donna energica e capace, che, a quanto pare, svolgeva un ruolo determinante nel governo del principato prima che il marito morisse. L'episodio della sostituzione di Esaù con Giacobbe per carpire la benedizione di Isacco, si è detto, è con tutta probabilità non aderente al vero; ma in ogni caso la tranquillità e sicurezza con cui il narratore le fa ordire il suo complotto, la dicono lunga sul suo ruolo e influenza. Ed ancor più espliciti e probanti sono i versetti di Genesi 27,46 e 28,1, da cui risulta che fu proprio per volere di Rebecca che Isacco diseredò Esaù: "Rebecca disse a Isacco: "A causa delle donne ittite di Esaù ho perso il gusto di vivere. Se anche Giacobbe prende in moglie una del paese, una ittita, preferisco morire!" Perciò Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse ..."
Che Rebecca avesse un carattere forte e indipendente è dimostrato anche da Genesi 24,57-58, in cui si mette in risalto il fatto che tanto suo padre quanto suo fratello chiesero espressamente il suo parere, prima di acconsentire a lasciarla andare in Palestina: "Chiamiamo la ragazza e domandiamolo direttamente a Lei". Chiamarono Rebecca e le chiesero "Vuoi partire subito con lui?". "Sì", rispose. Allora lasciarono che Rebecca, loro sorella, insieme con la sua balia e le sue serve, partisse con il servitore di Abramo e quelli che l'accompagnavano. " Debora, quindi, venne in Palestina al seguito di Rebecca.
Quando Isacco morì, Rebecca fece fuggire Giacobbe, ma lei personalmente rimase a Ebron; questa è l'ultima notizia che abbiamo di lei. E' poco probabile che abbia assunto lei le redini del governo. Con Isacco morto, Giacobbe fuori gioco e l'esercito dalla sua, Esaù non deve aver avuto alcun problema a succedere nel principato, visto fra l'altro che era il legittimo erede. Lo provano anche le lettere al faraone, in cui si presenta come principe di Ebron. Esaù non aveva certo motivi di riconoscenza nei confronti della madre; è possibile che la odiasse, ma non è credibile che si sia vendicato dei suoi intrighi imprigionandola o addirittura uccidendola. Si deve essere limitato a neutralizzarla, tenendola lontana dagli affari di governo. D'altra parte Rebecca, quando consigliò Giacobbe di fuggire, non si mostrava per nulla preoccupata della sua sorte. Anzi sembrava fiduciosa di riuscire a calmare il figlio maggiore e di preparare il ritorno per il secondo.: "Aspetta tranquillo, gli disse; ti chiamerò io al momento opportuno." Non risulta che questa chiamata sia mai stata effettuata. Rebecca morì certamente prima che il figlio prediletto potesse rivederla; infatti non compare mai più in seguito e viene nominata soltanto in occasione della morte della sua balia, Debora, segno che era morta prima. Ma quando esattamente? Anche qui non esiste alcuna indicazione, ma soltanto un debole indizio, costituito appunto da Debora.
Dal fatto che Debora si riunì in seguito a Giacobbe possiamo desumere che Rebecca non abbia mai cessato di sostenere il figlio minore e fosse a capo di quello che potremo definire un partito di opposizione a Esaù, al quale aderivano ovviamente tutte le persone devote a Rebecca. Quando Esaù si ritirò a Seir, tutti gli aderenti a questo partito se ne andarono invece nella direzione opposta, portandosi appresso i propri beni ed il bestiame, e trovarono asilo nel principato di Salem o in quello di Sichem, retto da principi di origine mitanni. Sembra difficile che questo sarebbe potuto accadere se Rebecca in quel momento fosse già morta.
Innanzitutto non avrebbero avuto un capo a guidarli, per cui si sarebbero dispersi velocemente. In secondo luogo Esaù non avrebbe concesso loro di sottrarsi al suo dominio; solo di fronte alla madre poteva cedere su questo punto. Inoltre, difficilmente altre persone all'infuori di Rebecca potevano avere tanta influenza presso i principi di Salem e di Sichem (che dobbiamo ritenere fossero della stessa famiglia), da ottenere l'autorizzazione a risiedere nel loro territorio, pur mantenendosi autonome, in attesa del ritorno di Giacobbe. Infine, risulta evidente, come vedremo in seguito, che il ritorno di quest'ultimo fu preparato e pianificato dalla Palestina e che Giacobbe aveva avuto ampie assicurazioni che non solo non avrebbe trovato ostacoli, ma avrebbe potuto contare su una protezione attiva (Gn.32,12). E soltanto sua madre poteva avere l'influenza e l'abilità politica di fare ciò.
Se ne deduce che Rebecca doveva essere ancora viva quando Esaù fu costretto ad abbandonare Ebron, e che, anziché seguire il figlio a Seir, si sia rifugiata presso il principe di Salem, insieme ai suoi familiari e ad un certo numero di servi, con beni mobili e bestiame. Da Abdi-Khepa ebbe probabilmente l'autorizzazione di risiedere a Betel, dove si stabilì con la sua gente, dopodiché si dette da fare per preparare il ritorno di Giacobbe. Quando tutto fu appianato, lo mandò a chiamare.
Giacobbe non era libero di partire quando voleva; non con tutto il bestiame e i servi che riteneva suoi di diritto, per lo meno. Doveva studiare un piano di fuga accurato ed aspettare il momento favorevole per metterlo in atto. Da come si sono svolte le cose sembrerebbe di poter affermare con certezza che il piano fosse stato concertato con le autorità egizie; dietro doveva esserci Rebecca, quindi. Il piano prevedeva di dover attendere l'estate, quando i guadi sull'Eufrate, nei pressi di Raqa, divenivano praticabili anche per il bestiame minuto. Passarono quindi presumibilmente diversi mesi fra la preparazione del piano e la sua attuazione, durante i quali Rebecca morì. E' solo un'ipotesi, ma è l'unica basata su elementi di fatto. Rebecca, quindi sarebbe morta nella Palestina centrale, forse a Betel, e la data della sua morte può essere fissata con una certa attendibilità a pochi mesi o addirittura settimane prima del rientro di Giacobbe.
Con quest'ultima considerazione possiamo farci un'idea abbastanza precisa della cronologia di Rebecca. Quando il servo di Abramo arrivò in Mesopotamia era fanciulla da marito, con un'età compresa fra i dodici e i sedici anni. Isacco, si è detto, doveva avere allora circa quindici anni. Tenuto conto dell'influenza che la donna esercitò sempre su di lui, possiamo presumere che all'epoca fosse più matura e responsabile di lui, con un'età, quindi, non inferiore; doveva avere anche lei 15 o 16 anni. Come già sua zia Sara, anche Rebecca fu per lungo tempo sterile ed ebbe i suoi figli gemelli soltanto dopo venti anni di matrimonio. Aveva circa 55 anni quando le morì il marito e Giacobbe fuggì in Mesopotamia. Morì poco meno di venti anni dopo, alla ragguardevole età di 74 anni.
Dopo la morte di Rebecca, chi curò gli affari della piccola tribù di esuli, in attesa che tornasse Giacobbe? Non erano tempi, quelli, che tollerassero debolezze o vuoti di potere. La legge del più forte imperava nei rapporti fra popoli e c'era sempre qualcuno che si precipitava immediatamente a riempire un vuoto di potere, anche temporaneo. Dopo la morte di Rebecca gli affari della tribù dovettero essere rimasti nelle mani di una persona a sua volta energica e capace e nel contempo fedele a tutta prova al suo signore lontano Giacobbe. Chi poteva essere? Anche qui è un flash apparentemente casuale e privo di contenuto informativo ad illuminarci. In Genesi 35,8, quasi incidentalmente, si comunica che "morì poi Debora, nutrice di Rebecca, e fu sepolta presso Betel ai piedi di un massiccio albero. Per cui gli mise nome Allon-Bacut." Allon-Bacut significa "quercia del pianto", un nome che evoca immediatamente l'immagine dell'intera tribù in lacrime, raccolta intorno all'albero sotto cui veniva sepolta Debora. E' un dolore che appare sproporzionato al personaggio, se non si tiene conto dei fatti che avevano preceduto la morte di Debora e di chi fossero in realtà coloro che la piangevano.
Debora è indicata come "nutrice" di Rebecca: una definizione poco verosimile. Se realmente fosse stata sua nutrice, all'atto della morte avrebbe dovuto avere almeno novanta anni; cosa non impossibile, ma per quei tempi poco credibile. Quasi certamente era la sua ancella personale. Sara aveva un'ancella e così pure Lea e Rachele; l'unica matriarca ad esserne sprovvista sarebbe stata proprio Rebecca. Queste cosiddette ancelle era assegnate al servizio alla persona e godevano di uno stato molto particolare, tanto da essere quasi delle alter ego della loro signora. Infatti, sia Sara che Lea e Rachele le infilarono nel letto del marito per averne un figlio. Erano quindi senza dubbio ragazze di ottima condizione sociale, assegnate al servizio personale delle fanciulle di alto lignaggio affinché le assistessero in ogni circostanza.
Anche Rebecca aveva la sua ancella, che doveva essere poco più giovane di lei. Non risulta che l'abbia infilata nel letto di Isacco, ma questa ancella doveva essere la sua donna di fiducia, con la quale divideva tutti i propri segreti ed alla quale affidava l'esecuzione dei propri voleri. Era il suo alter ego e come tale doveva essere lei che trasmetteva gli ordini della padrona e controllava che venissero eseguiti e sbrigava tutti gli affari correnti. In pratica doveva avere in mano l'amministrazione di tutti gli affari della piccola tribù di esuli da Ebron e come tale era conosciuta, rispettata ed evidentemente amata da tutti. Alla morte di Rebecca il controllo della tribù rimase temporaneamente nelle sue mani.
Per settimane, quindi, forse per mesi la "tribù palestinese" di Giacobbe rimase affidata alle mani capaci di una semplice ancella. C'è da stupirsi se questa donna ebbe onoranze funebri degne di un capo? Giacobbe era rimasto lontano da lei per venti anni e nessuno di coloro che l'avevano seguito da Harran l'avevano conosciuta; ma la tribù palestinese non se ne era mai separata e le doveva riconoscenza; c'è da stupirsi se versò tante lacrime sulla sua tomba?
Debora, dunque, era l'ancella di Rebecca; perché allora viene fatta passare per sua nutrice? Il termine ebraico con cui viene indicata l'ancella è lo stesso impiegato per "schiava"; esso deve essere stato sostituito con la più nobile parola "nutrice" da un ignoto copista o traduttore, che non riusciva a spiegarsi, altrimenti, la ragione di tanto dolore.