Le vicende di Abramo nel contesto della storia mediorientale - Abramo nasce all'inizio del XV secolo a.C. nell'Urartu, sede allora dell'impero Mitanni. Era figlio terzogenito del più grande degli imperatori mitanni, Saushatar.
Nel corso di una guerra con l'Egitto, Saushatar viene sconfitto dal faraone Tutmosi III e sottoscrive un trattato di pace a garanzia del quale consegna a Tutmosi come ostaggi (questo genere di ostaggi erano indicati col nome di "apiru")
il nipote Lot, figlio del suo secondogenito Haran, Abramo e sua sorella/moglie Sara.
É così che Abramo si reca in Palestina, con la promessa del faraone di elevarlo al rango di suo feudatario.
Abramo in Palestina - Abramo viene affidato in un primo momento alla custodia del principe di Gerar, Abimelek, che si invagisce di Sara, presentata da Abramo come sorella e non come moglie, e la prende come sua concubina.
Un affronto che Tutmosi ingiunge ad Abimelek di riparare con il pagamento a Sara di 1.000 pezzi di argento e ad Abramo di grandi quantità di bestiame.
Abramo si stabilisce allora nei pressi di Beersheba e qualche anno dopo viene innalzato da Tutmosi al rango di feudatario, signore di un territorio che andava da Beersheba fino a Ebron
La campagna contro quattro re siriani - Qualche anno dopo 4 principi siriani si ribellano a Tutmosi, invadono e devastano la valle del Giordano e rapiscono Lot, che risiedeva a Sodoma.
Abramo, con 318 uomini, si pone all'inseguimento e raggiunge i nemici dalle parti di Damasco. Il bottino viene recuperato e Lot liberato. Melchisedek, ministro di El Elyon a Salem, benedice Abramo e gli promette la riconoscenza del faraone.
Agar, la moglie egiziana di Abramo - Dopo la campagna Abramo incontra il faraone
e lamenta di non avere eredi legittimi, perché la sua moglie principale Sara non gli ha ancora dato un figlio. Il Tutmosi si sdebita dandogli in
moglie l'egiziana Agar, quasi certamente una sua figlia, da cui nascerà Ismaele.
Isacco nascerà soltanto 14 anni dopo e sarà il legittimo successore di Abramo.
Giacobbe in Mesopotamia - Giacobbe, secondogenito di Isacco, tenta di estromettere dal diritto di primogenitura il fratello gemello Esaù (alias Edom), ma è costretto a fuggire in Mesopotamia, ad Harran, presso lo zio Labano, fratello di sua madre Rebecca.
Qui sposa le cugine Lia e Rachele, con le rispettive ancelle Bilha e Zilfah, e mette al mondo 11 dei suoi 12 figli maschi. Rimarrà in Mesopotamia per 20 anni esatti, durante i quali accumula una ingente fortuna in bestiame.
La rocambolesca fuga da Harran - Dopo 20 anni Giacobbe decide di tornare in Palestina, portando con sé mogli e figli, nonché una grande quantità di bestiame. Attraversa l'Eufrate ai guadi di Raqqah e dirige verso la Palestina.
Labano si pone all'inseguimento e lo raggiunge nei pressi di Tadmor (Palmira), dove si trova una guarnigione egizia, il cui comandante gli impone di lasciare andare il genero. Giacobbe è così libero di proseguire con tutti i suoi averi.
L'incontro con il fratello Esaù - Superato lo scoglio Labano, Giacobbe deve affrontare l'ira del fratello Esaù, che gli viene incontro a capo di 400 uomini. É il momento più critico nella vita di Giacobbe, che non nasconde il terrore di venire ucciso con tutti i suoi figli. Esaù viene rabbonito da una ricca donazione di bestiame e dal riconoscimento da parte di Giacobbe del suo diritto di primogenitura.
La lotta con "l'angelo" - Quasi certamente la riappacificazione dei fratelli è stata favorita dalla mediazione del comandante della guarnigione egizia di Mahanaim, che presidiava i guadi sul Giordano, porta d'ingresso alla Palestina.
Si tratta appunto dell'angelo con cui Giacobbe sostiene un amichevole incontro di lotta libera. L'angelo, ammirato dall'abilità di Giacobbe, gli concede il transito in Palestina, imponendogli il nuovo nome di ISRAELE.
Giacobbe in Palestina - Israele si stabilisce nella Palestina centrale, dove trascorre poco meno di 30 anni, prima di trasferirsi in Egitto su richiesta di suo figlio Giuseppe.
Il romanzo di Giuseppe - Primogenito della bella Rachele e prediletto del padre Giacobbe, Giuseppe suscita la gelosia dei fratelli, che lo vendono a una carovana diretta in Egitto.
Qui finisce al servizio di Pramsess, visir di Avaris e futuro faraone Ramsess I. Per una straordinaria coincidenza era "l'angelo protettore" di Giacobbe, contro cui aveva lottato a Mahanaim, guadagnadone l'amicizia. Pramsess riconosce in Giuseppe il figlio del suo amico Israele e lo nomina suo plenipotenziario ad Avaris.
É qui, ad Avaris, che avviene l'incontro con i suoi fratelli, venuti in Egitto per acquistare grano.
La vera storia di ESAU' - Primogenito di Isacco, Esaù, soprannominato EDOM (il Rosso), viene diseredato dal padre in favore di Giacobbe, su istigazione della moglie Rebecca. Alla morte di Isacco, però, Esaù costringe alla fuga il fratello e si impossessa del principato di Ebron (che era stato dato in feudo ad Abramo da Tutmosi III).
Qui, però, è sottoposto all'attacco degli "apiru" ittiti e nonostante una disperata richiesta di aiuto al faraone Akenaton è costretto a ritirarsi a Seir, nel deserto, dove la tribù di Edom dimorerà da allora in poi.
Rebecca e Debora - Rebecca, madre di Giacobbe, ha avuto un ruolo determinante nella vita del patriarca. Quando Esaù si trasferì a Seir, lei non lo seguì, ma si rifugiò a Betel, nel principato di Salem, a capo di una piccola tribù. Qui essa pianificò il rientro di Giacobbe dalla Mesopotamia, ma morì prima che il figlio entrasse in Palestina. La piccola tribù fu guidata per qualche tempo dalla "nutrice" di Rebecca, Debora, fino a che si ricongiunse con Giacobbe.