Ci sono numerosi indizi che suggeriscono l’esistenza di un’antica civiltà sconosciuta da cui tutte le civiltà antiche sarebbero derivate. Fra questi spiccano l’esistenza di templi-montagna in tutto il mondo, di mitologie simili che invariabilmente riportano un diluvio universale e una lunga lista di altri fatti strani, che trovano una spiegazione soddisfacente soltanto in questa prospettiva. Alcune di esse puntano decisamente all’Antartide come sede di questa civiltà, qualunque sia il suo nome.
CARTE E MAPPE IMPOSSIBILI
Charles Hapgood ha ha effettuato un accurato esame di alcune carte geografiche e nautiche rinascimentali, evidenziando due caratteristiche che erano impossibili al momento in cui furono prodotte: una precisione in longitudine che non poteva essere ottenuta prima dell’invenzione del cronometro e la rappresentazione dell’Antartide, che fu scoperta soltanto tre secoli dopo. Sconcertante è anche il fatto che il profilo delle sue coste atlantiche coincide con quello di 10.000 anni fa, quando erano libere dai ghiacci. Hapgood concluse che doveva essere esistita una antichissima civiltà capace di cartografare con precisione il mondo intero, qualche mappa di allora doveva essere sopravvissuta in qualche modo.
L’analisi di Hapggod è contestata dalla maggior parte degli studiosi, principalmente perché la supposta mappa dell’Antartide non rappresenta un’area impòortante come la Penisola. Altra obiezione rifuarda la punta meridionale del Sud America, che non corrisponde a quella attuale.
Finneo Mercator
GEOGRAFIA ANTICA
La più antica “mappa” del mondo conosciuta, incisa su una tavoletta di argilla babilonese, rappresenta il mondo come un’isola circondata dal “fiume oceano”, che “fluisce” attorno ad essa. Alcune frecce sui bordi indicano lontane isole che non sono rappresentate.
L’apice della cartografia antica è stato raggiunto con Tolomeo. Nella sua mappa ( a fianco) le caratteristiche essenziali del Mediterraneo, dell’Africa e dell’Asia sono rappresentate con precsione. Notevole è il fatto che le latitudini sono corrette e che il polo nord è posto in cima alla mappa, come nella cartografia moderna.
PLANISFERI MEDIEVALI
Le fondamentali conquiste della cartografia greco-romana sembrano essere andate perdute durante il Medioevo, perché a partire dall’ottavo secolo cominciano ad apparire rappresentazioni geografiche totalmente diverse. Il mondo è rappresentato come un’isola grosso modo circolare, che non ha alcuna attinenza con la realtà che intende riprodurre. Sembrano ispirarsi, infatti alla geografia omerica e babilonese. Una sorprendente innovazione di dei planisferi medievali, apparentemente inesplicabile, è che i punti cardinali sono sempre ruotati di 90 gradi, con il polo nord sulla sinistra (vedi a lato un tipico planisfero, quello dovuto a Pomponio Mela). È possibile che fossero ispirati a quelle “carte sorgente” la cui esistenza era stata ipotizzata da Hapgood? Se mai queste mappe esistettero, altri prima di Piri Reis, Finneo e Mercatore devono averle viste e copiate.
L’ANTARTIDE ALLA FINE DEL PLEISTOCENE
Prima della fine del Pleistocene, il polo sud era spostato di circa 20 gradi in direzione dell’Australia e la costa sua costa atlantica era libera dai ghiacci. Inoltre il livello del mare era circa 120 metri più basso di quello attuale. Proviamo ad immaginare come un cartografo di quell’epoca avrebbe potuto rappresentare l’isola.
Otteniamo una mappa che differisce dalle carte attuali su due punti fondamentali. Il primo è che la “penisola” era in realtà un’isola, separate dal resto del continente da uno stretto canale. Il secondo è l’esistenza nella parte a mezzogiorno dell’isola di un profondo e ampio golfo, una sorta di mediterraneo, che si spingeva ben addentro nel continente, fino a raggiungere la calotta glaciale interna. L’ingresso era molto stretto, posto fra l’isola Berkner e la costa Principessa Marta.
Consideriamo soltanto il continente, trascurando la penisola, che allora era un’isola. Abbiamo una rappresentazione con caratteristiche essenziali chiaramente identificabili: in alto a sinistra una profonda insenatura, con un profilo particolare, corrispondente all’attuale baia di Mackenzie; dal lato opposto un ampio golfo, anch’esso con un profilo particolare, corrispondente all’attuale mare di Ross; in basso uno stretto passaggio introduce in un ampio e profondo bacino interno, cosparso di grandi isole, vero e proprio Mediterraneo, la cui estremità interna si restringe piegando verso sinistra.
I
PLANISFERI MEDIEVALI RAPPRESENTANO IN REALTA’
L’ANTARTIDE PLEISTOCENICA
Vediamo rappresentati sopra
alcuni noti planisferi medievali, nell’ordine: Guido, St. Denis, Higden,
Cotton, Hereford, Isidoro e Libeana. Anche ad un esame superficiale appare
evidente che essi sono tutti ispirati ad uno stesso modello. Tutti presentano
il nord sulla sinistra, un mediterraneo molto schematico in basso al centro,
senza alcuna relazione con quello reale; una profonda insenatura in alto a
sinistra e un ampio golfo dalla parte opposta, entrambi con un profilo
caratteristico. Esattamente come l’Antartide pleistocenica. Molti planisferi
riportano un segno particolare al centro in alto, nella stessa posizione del
polo di allora.
Soltanto coincidenze casuali?
Se dovessimo lasciare il verdetto ad un giudice imparziale, come ad esempio
un computer, non ci sarebbe esitazione: più che il mondo attuale, quei
planisferi rappresentano l’Antartide di 11 mila anni fa.
L’ANTARTIDE
PLEISTOCENICA E QUELLA RAPPRESENTATA NELLE CARTE
DI FINNEO E MERCATORE
Ma come mai la penisola non viene rappresentata? Benché separata dal continente, doveva essere certamente disegnata nella “mappe sorgente” ipotizzate da Hapgood, e cartografi professionisti come Finneo e Mercatore non potevano ignorarla nelle loro rappresentazioni. E infatti non lo fecero. La natura geografica della loro “sorgente” doveva essere loro ben evidente, ma ciò che vi era rappresentato non corrispondeva ad alcuna terra a loro conosciuta. Sapevano, però, che a sud del canale di Magellano doveva esistere un grande continente, che essi identificarono con la terra misteriosa della loro “mappa sorgente”, che non poteva trovare alcuna altra localizzazione nel mondo. Essi dovettero però “aggiustare” la scala di quella rappresentazione in modo da far coincidere la penisola antartica con la punta meridionale dell’America.
Il risultato: un continente antartico fuori scala, con il suo profilo riprodotto molto fedelmente, come dimostrato dall’analisi di Hapgood (che ha calcolato una probabilità su 50 milioni che si tratti di una coincidenza casuale). Anche la penisola è rappresentata in maniera fedele, ma “immersa” nella punta del Sud America. Cadono così le maggiori obiezioni all’analisi di Hapgood.
L’Antartide di Mercatore L’Antartide pleistocenica L’Antartide di Finneo
vedi:
Nascita e diffusione della civiltà
vedi anche:
I planisferi medievali rappresentano l'Antartide pleistocenica
vedi anche:
Poster di Atlantide in Antartide
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