Sull'Atlantide sono state scritte migliaia di opere e avanzate centinaia di ipotesi, ma siamo ancora fermi al dilemma se sia realmente esistita oppure no. Un dilemma antico, nato al momento stesso in cui Platone pubblicava la sue opere "Crizia" e Timeo". Aristotele per primo si dimostrò scettico, insinuando sarcasticamente che è stato Platone a far sorgere Atlantide dalle acque e lui stesso a farcela rientrare.
La scienza è scettica a questo proposito e quando se ne occupa lo fa soltanto per dimostrare che si tratta di un mito o il resoconto di fatti fortemente esagerati, che riguardano reltà ben più misere di quella descritta da Platone
La ragione di questo scetticismo è semplice: non è mai stato trovato un resto archeologico attribuibile all'Atlantide come descritta da Platone, né sono state trovate evidenze storiche o di altro genere che ne dimostrino l'esistenza. Per la verità evidenze che dimostrano come in passato debba essere esistita una superciviltà ignota che ha influenzato in qualche modo tutte le civiltà antiche ce ne sono parecchie, sia archelogiche, che mitologiche ed altre che potrebbero a buon diritto definirsi scientifiche. Ma sono sistematicamente ignorate dagli studiosi, che sembrano incapaci diinnalzarsi al di sopra dell'orticello in cui sono specialisti assoluti (ed esclusivi), per avere una visione d'insieme che abbracci gli orticelli anche dei colleghi e di altri domini scientifici.
E pur tuttavia ci sono forti ragioni per ritenere che quella raccontata da Platone non sia affatto una favola, né un resoconto esagerato di avvenimenti più limitati. Semmai il contrario. Innanzitutto l'epoca, tra i dieci e gli undici mila anni or sono, quando è successo qualcosa di assolutamente straordinario sulla Terra, che ha segnato la fine di un'era geologica, la fine di una glaciazione, la fine della più grande comunità zoologica dal tempo di dinosauri, la fine dei una cultura paleolitica che era fiorita per decine di millenni e un disastro che le tradizioni di tutto il mondo riportano sotto il nome di "diluvio universale".
In secondo luogo, esistono evidenze archeologiche e pratiche culturali in tutto il mondo che dimostrano che debba esserci stata becessariamente una civiltà anteriore a tutte quelle conosciute, che ha influenzato le civiltà antiche in tutto il mondo e che non possono essere spiegate semplicemente in base alla teoria diffusionista. Ci sono infatti costumi, credenze, pratiche religiose e culturali di vario genere che sono comuni alla maggior parte delle civiltà del mondo, di qualsiasi epoca, e sono piuttosto numerose, messe inrisalto dai vecchi studiosi che credevano nella teoria diffusionista, messa in crisi dall'avvento dei moderni sistemi di datazione al radiocarbonio.
Sul piano architettonico si nota la diffusione in tutto il mondo antico, indipendentemente dalla località e dall'epoca, del tempio_montagna. La spiegazione che normalmente viene data, e cioè che siano strutture inventate indipendentemente da ciascun popolo, perché l'uomo è portato a vedere la divinità "in alto", più che ingenua è ridicola.
Ci sono infine conoscenze, sia antiche che moderne, che presuppongono necessariamente l'esistenza di una civiltà globale ignota molto antica, ma più avanzata di tutte quelle a noi note dall'archeologia.
Tali ad esempio sono planisferi e carte nautiche mediaoevali e rinascimentali, che danno adito ad ipotesi stupefacenti, anche se gli scettici di mestiere tentano in ogni modo di ricondurle a banali fraintendimenti.
Ma anche in campo scientifico ci sono evidenze di passate conoscenze assai superiori a quelle che riteniamo proprie delle civiltà antiche. Tali, ad esempio, sono certi calendari più precisi di quello in uso oggigiorno, e che presuppongono una conoscenza
esatta della lunghezza dell'anno. Cosa evidentemente impossibile con i mezzi che riteniamo in uso presso le popolazioni antiche. Ma anche grandezze in uso universale oggi, come ad esempio l'unità di misura del tempo, il minuto secondo, scaturiscono con tutta evidenza da un passato in cui la lunghezza dell'anno era nota con assoluta precisione
Per queste ragioni ritengo che il racconto di Platone non possa essere scartato alla leggera. Esso ci offre la chiave per capire qualcosa di assolutamente fondamentale ed eccezionale nel passato dell'uomo. Per capire cosa bisogna cominciare proprio dall'epoca da lui rammentata, per vedere quale era veramente la situazione della Terra e capire cosa sia realmente accaduto allora
Le condizioni geografiche e climatiche della Terra alla fine del Pleistocene
Possibilità di rapidi spostamenti dei poli terrestri
Atlantide, la madre di tutte le civiltà antiche
Schema sintetico della nuova teoria di Atlantide nell'Antartide
Il monte sacro di Atlantide, ombelico del mondo, prototipo di tutti i templi-montagna della Terra
I planisferi medieavli rappresentano in realtà l'Antartide pleistocenica