In un'epoca di specializzazione appare per lo meno pretenzioso che uno scienziato si occupi di questioni filosofiche ed un filosofo di questioni scientifiche. Ma
oggi succede sempre più spesso dal momento che i confini fra le due discipline si stanno facendo sempre più labili.
Non è strano, quindi, che un ingegnere, per di più di formazione classica, si occupi del concetto di cultura. Non da un punto di vista filosofico, ma con un approccio decisamente ingegneristico, o se si vuole più precisamente scientifico.
Tutto è cominciato con un'inchiesta del Prof. Emmanuel Anati che ha inviato in Italia e all'estero centinaia di lettere chiedendo una definizione sintetica del concetto di cultura. Ne ha ricevuto un centinaio di risposte, ovviamente una diversa dall'altra. L'analisi di queste definizioni mi ha portato a delle conclusioni inaspettate e ritengo di grande interesse, anche se coloro che fanno della cultura il proprio mestiere storceranno forse il naso
di fronte al linguaggio troppo lineare e ingegneristico.
In questa pagina ho voluto inserire anche vari altri argomenti che rientrano nel vasto ambito della cultura, anche se potrebbero essere catalogati nel campo della scienza o della cultura classica, o di entrambi. Fra questi un posto speciale merita il calendario, un "aggeggio" che ha un'importanza eccezionale nella vita di ogni società di ogni tempo, non esclusa la nostra, ma che viene tranquillamente sottovalutato, se non proprio ignorato dalla gente comune. Eppure sembrerebbe che sia proprio la necessità di misurare il tempo che abbia dato l'avvio all'osservazione scientifica della natura. Tutte le scienze sono scaturite da qui. Nessuna persona curiosa della relatà che lo circonda può ignorare questo argomento. Ed io non faccio eccezione; sono entrato così in un mondo decisamente affascinante e ricco di sorprese, di cui ho voluto dare qualche piccolo assaggio in queste pagine.
I primi abbozzi di calendario sono stati concepiti ai primordi della civiltà, ed è appunto analizzando questi primordi che mi sono trovato ad occuparmi di
un argomento che non viene mai associato al concetto di cultura, anche se in effetti filosofi, scienziati e una notevole quantità di gente comune
se ne occupa in maniera convinta e appassionata: l'esistenza di civiltà estranee a quella umana attuale,
ipotizzata da molti soltanto a livello teorico, ma che sembrerebbe dimostrata dal fenomeno UFO (Unidefied Flying Object), o OVNI all'italiana (Oggetto Volante Non Identificato).
É stato analizzando le mitologie antiche che mi è balenata la soluzione a questo problema. É mia opinione che le mitologie non siano favole o allegorie prive di significato reale, ma abbiano un contenuto informativo di carattere storico.
E questo contenuto riguarda normalmente i primordi della civiltà umana. Si tratta ovviamente di racconti troppo confusi e lacunosi per consentirci di tracciare un quadro completo e comprensibile di questi primordi;
ma tuttavia ci sono delle costanti nelle tradizioni di tutto il mondo che non possono essere ignorate e che non possono non avere un fondamento reale.
Fra queste ce n'è una, in particolare, che spicca per la sua coerenza ed universalità. É quella che in pratica afferma che l'umanità dei primordi era divisa in due tronconi nettamente separati, che avevano fra loro rapporti scarsi e sporadici:
una vivente nel mondo di superficie, l'altra in grandi caverne sotterranee. E le mitologie sono unanimi nell'evidenziare che il mondo sotterraneo era molto più avanzato di quello di superficie da un punto di vista scientifico e tecnologico.
Prima di lanciarsi in progetti di viaggi interplanetari o addirittura intergalattici, sarebbe forse opportuno indagare qui in casa nostra.
Parlando di civiltà antiche è inevitabile occuparsi di quella che appare essere la più longeva e affascinante di esse, quella egizia. Nonostante secoli di ricerche e studi approfonditi, ci sono ancora numerosi aspetti di questa civiltà
tutt'ora oggetto di accesi dibattiti fra gli studiosi, sia professionisti che dilettanti.
Fra essi spiccano quello del livello delle conoscenze scientifiche e tecnologiche degli egizi, impiegate per la costruzione di monumenti grandiosi come le piramidi di Giza, e quello dello strano calendario in uso presso quella società, unico al mondo. Nonostante sia stato impiegato per tremila anni ed esistano
innumerevoli date basate su questo calendario, ancora non sono del tutto chiari i meccanismi del suo funzionamento.
La civiltà egizia era basata essenzialmente sulla praticità e il buon senso ed è applicando questi principi che si può arrivare, forse, a capire come abbiano potuto raggiungere grandi traguardi in campo architettonico e astronomico.